Incendi Messina e Isole Eolie: mancano all’appello 170 operai forestali

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Il personale e le associazioni per la prevenzione agli incendi, oltre alle assunzioni chiedono l’indennità chilometrica e l’indennità oraria

L’ambiente è un tema di cui tutti parlano, ma in realtà chi se ne occupa in prima linea vive spesso di precarietà e incertezze. Di questi difficoltà si è parlato oggi nell’incontro con i forestali di Salina alla presenza del Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota, insieme ai Segretari generali di Fai Cisl Sicilia e Fai Cisl Messina. Ad esprimere i propri dubbi gli operai di un cantiere forestale sull’isola di Salina. Ad oggi mancano 170 operai forestali rispetto al fabbisogno, occorre fronteggiare e prevenire l’emergenza incendi nelle isole, il sindacato ha proposto un’unità operativa per le isole minori, ma la proposta non trova ancora realizzazione, si lavora 7 giorni su 7. E se i lavoratori si spostano con traghetto non percepiscono l’indennità chilometrica, un problema risolto su Trapani e Marettimo, ma non su Messina ed Isole Eolie, spiegano i presenti.

Rimane anche il problema dell’indennità oraria. Adolfo Scotti, Segretario Generale Fai Cisl Siclia, ha affermato: “c’è uno scollamento pericoloso da parte delle istituzioni tra ciò che si vuole fare e come. Rimane complicato portare sulle isole manodopera da fuori. Serve manodopera locale. In Sicilia, su 18 mila operai idraulico forestali, 6mila sono addetti alla repressione incendi, sono i pompieri della forestale, agiscono con temperature estreme e alto rischio: anche loro sono pochi, così come sono poche le giornate che riescono a dedicare al presidio e alla cura del territorio”.

“Dopo 10 anni – afferma il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rotasiamo riusciti a rinnovare il ccnl fermo al palo, a questi e altri lavoratori non è applicato, questione che risolveremo al più presto perché tutta la categoria possa recuperare reddito e diritti. La politica continua a pensare la forestazione come una spesa in bilancio, ma è sbagliato: così come si devono garantire presidi costanti per la salute, allo stesso modo va garantito un presidio continuo del territori, dei boschi, delle aree rurali. Siamo molto preoccupati per la miopia della politica con cui si gestisce il settore, vanno ripensare competenze e ruoli, oggi importiamo legno dall’estero, spesso neanche certificato, e lasciamo i nostri boschi incustoditi, pensando sia tutela ambientale. Si avvicinano le elezioni a dalla politica arriveranno tante nuove promesse, qui in Sicilia dal 2005 si parla di riforma della forestazione eppure ogni tentativo è stato calato dall’alto senza conoscere la realtà”.

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