Ponte sullo Stretto, Fiorani (Rfi): “risultati studio saranno pubblicati per giugno 2023”

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Una data che rappresenta uno schiaffo per Sicilia e Calabria: il Ministro Giovannini aveva promesso che la risposta definitiva sarebbe arrivata entro il 2022, ma la complessità dei quesiti posti dal Governo allunga ancora una volta i tempi

Investimenti e interventi per il Sud sono nel programma di lavori messo a punto da RFI. E’ quanto ha confermato l’ad Vera Fiorani al convegno “La Ripartenza”, organizzato dal giornalista Nicola Porro. Il direttore generale ha spiegato come cambierà la mobilità del futuro in Italia e soprattutto quali sono i progetti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, una possibilità ancora viva e che non è da escludere: “lo Stato ci ha affidato di fare uno studio di fattibilità tecnica-economica di una seconda soluzione, quella a più campate. Oggi c’è un progetto a campata unica che comunque ci è stato chiesto di aggiornare”, ha spiegato Fiorani ricordando i quesiti “monstre” posti dal ministro Enrico Giovannini che serviranno per portare avanti ogni decisione sull’infrastruttura.

Si tratta di un processo complicato, vista la difficoltà degli studi da realizzare in fondo al mare. “Riteniamo che per la seconda metà del prossimo anno – conclude Fiorani – di poter consegnare nelle mani del ministero delle Infrastrutture questo studio”. Poi dovrà comunque essere la politica a decidere se realizzare o meno il Ponte sullo Stretto. Insomma, i tempi si allungano enormemente ed ancora una volta la situazione non può che scontentare siciliani e calabresi. Il ministro Giovannini, lo scorso dicembre, aveva promesso che entro il 2022 sarebbero stati pubblicati i risultati dello studio di fattibilità, utile a stabilire se l’opera avrà una o più campate (o addirittura se non sarà costruito!), ma secondo quanto affermato da Fiorani serviranno almeno sei mesi in più.

A questo punto sembra davvero che il rappresentante del Governo Draghi stia soltanto cercando di prendere più tempo possibile, per non decidere. Era quanto sostenuto da diversi esperti, come ad esempio il Prof. Enzo Siviero: aver indetto nuovi studi di fattibilità è soltanto un modo per non decidere e rimandare al futuro la possibilità di realizzare l’infrastruttura (oltre che uno spreco di denaro pubblico). Il progetto a tre campate non può essere realizzato per questioni tecniche, ha spesso ribadito il Rettore dell’Università e-Campus di Padova, così come la cosiddetta “opzione zero” non può essere tirata fuori dal cilindro perché adesso è l’Europa a chiedere il Ponte tra Messina e Reggio Calabria per il completamento del Corridoio Scan-Med. Sarebbe bastato aggiornare il progetto a campata unica, l’unico già approvato e cantierabile, ma il Ministro Giovannini non ha mai dato parere positivo a tale possibilità, ed è così che Sicilia e Calabria non devono far altro che aspettare. E aspettare.

Trasporti: l’AD Vera Fiorani fa il punto su investimenti e interventi nel mezzogiorno

“Le infrastrutture ferroviarie giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Sud Italia, per ridurre il gap con il Nord del Paese assicurando migliore qualità del trasporto e maggiore accessibilità al servizio. Il nostro impegno nel mezzogiorno è testimoniato dagli 11 miliardi di euro del PNRR e dagli investimenti destinati a progetti per il Sud che il Gruppo FS prevede nel Piano Industriale 2022-2031, di cui ben 48,3 in infrastrutture ferroviarie attraverso RFI”, ha dichiarato Vera Fiorani, Amministratrice Delegata di RFI.

“Stiamo andando avanti con tutte le opere finanziate dal PNRR nel rispetto dei tempi previsti. Abbiamo completato tutti i progetti di fattibilità tecnico-economica e abbiamo cantieri aperti sulla Napoli-Bari, dove alla fine di questo mese tutti i cantieri saranno operativi, sulla Palermo-Catania ed entro questo mese consegneremo le prestazioni all’appaltatore per la Termoli-Ripalta, passo decisivo verso il raddoppio di tutta la linea ferroviaria adriatica. Nel 2022 abbiamo già aggiudicato appalti per oltre 4,7 miliardi di euro e prevediamo di lanciare 19 miliardi di gare, di cui 14,3 per opere in PNRR. Inoltre, 700 milioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno destinati a 54 stazioni del Sud di rilevanza strategica”, ha concluso l’AD Fiorani.

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