Reggina, così non va: dopo 15 giorni è tutto in alto mare e Saladini resta a guardare

Reggina, doveva essere l'estate dell'entusiasmo ritrovato e invece il club è in enorme ritardo su tutti i fronti in vista della serie B più difficile dell'ultimo decennio. Inspiegabile la rottura con Taibi e Stellone

StrettoWeb

In questo caldo pomeriggio di inizio Luglio, il nuovo proprietario della Reggina Felice Saladini passeggia sorridente sul centralissimo corso Garibaldi di Reggio Calabria. Cordiale, elegante e disponibile, sorride alla gente e stringe le mani dei tifosi che lo avvicinano per scattare un selfie, lo accolgono in città, gli riservano una parola di ringraziamento per aver salvato il club amaranto e di incoraggiamento per il futuro, facendogli percepire la passione della città. Allo store di piazza Duomo è da giorni lunga la fila dei tifosi che stanno sottoscrivendo l’abbonamento rispondendo in modo entusiasta (siamo ormai vicinissimi a quota cinquemila tessere acquistate) alla campagna lanciata dalla società con un’intelligente strategia di prezzi ultra-popolari per centrare l’obiettivo di riempire Granillo trasformandolo nel 12° uomo in campo. Una scelta che sta riavvicinando i cittadini alla squadra in un momento socio-economico drammatico per la popolazione in cui il calcio può rivestire un ruolo fondamentale di intrattenimento, divertimento e identità. La squadra, intanto, è pronta per il raduno che precede il ritiro al Centro Sportivo Sant’Agata, agli ordini di mister Stellone, che ha firmato il nuovo contratto e può contare sui nuovi innesti a cui da settimane il ds Massimo Taibi stava lavorando per completare l’organico a disposizione di un allenatore che ha fatto così bene nei mesi scorsi in riva allo Stretto, salvando la squadra con serenità nonostante ereditasse una situazione disperata.

E’ questo ciò che oggi, 1° Luglio, avremmo voluto/dovuto scrivere sugli sviluppi della nuova Reggina. E’ questo ciò che, senza particolari voli pindarici o esagerazioni, ci aspettavamo dopo l’annuncio che Saladini stesso, lo scorso 17 giugno e quindi ormai ben 15 giorni fa, diede personalmente al Sant’Agata ufficializzando l’acquisto del club amaranto. E invece è soltanto una favola giornalistica per mostrare ciò che doveva essere e quant’è distante dalla realtà, una realtà cruda e dura che invece ci restituisce il fatto che la nuova Reggina è partita come peggio non si poteva. Dal club arrivano soltanto messaggi di incertezza, i tifosi anziché apprezzare il lavoro svolto e stringersi intorno alla nuova società sono pervasi da dubbi e interrogativi al punto che nei giorni scorsi c’è stato persino un duro comunicato stampa di contestazione da parte di un gruppo Ultras. Siamo al 1° Luglio e non c’è un briciolo di idea di squadra, non c’è la data del raduno, non c’è neanche la data né il luogo del ritiro, non c’è neanche l’allenatore (unico caso in assoluto della serie B) e non si sa bene neanche chi farà da Direttore Sportivo perché la dirigenza del club è già frantumata da lotte intestine. Taibi ha annunciato alla stampa il suo addio da D.S., mai smentito neanche dopo che il club l’ha incluso nell’organigrammaperché è sotto contratto“, come spiegato dal Presidente Cardona. Ma in quell’organigramma c’è anche Gabriele Martino, che ovviamente con Taibi non può convivere. Taibi, in sostanza, c’è soltanto per una questione di forma contrattuale. Ma la gestione tecnica del club è nelle mani di Martino, che sta cercando un nuovo allenatore (ha chiamato Aglietti, che però aveva già rotto con lo spogliatoio pochi mesi fa e in ogni caso non ha dato una risposta entusiasta).

Fermo restando il diritto della nuova proprietà di muoversi come ritiene più opportuno, anche rompendo completamente con il passato, sono molte le note stonate sui primi passi del nuovo club guidato da Saladini. Saladini che dopo lo scatto decisivo per superare gli ostacoli per rilevare la società, sembra aver perso quello smalto decisionista che invece dovrebbe guidare il club in un momento così delicato, con i tempi strettissimi e in vista di un campionato ultra competitivo in cui per salvarsi servirà un’impresa sportiva. Eppure sotto di lui si stanno scannando, e anziché intervenire Saladini resta a guardare. Non si tratta di questioni burocratiche o dirigenziali, ma prettamente tecniche e per questo anche più esposte alla dura critica della tifoseria. La gente si chiede, ad esempio, come mai a Lamezia pochi mesi fa lo stesso Saladini aveva allontanato Martino per “divergenze lavorative” sempre legate alla gestione tecnica di una squadra di calcio: se non andava bene a Lamezia in serie D, perché è adesso chiamato a ricoprire lo stesso incarico nella Reggina in serie B, dove per giunta già c’era Taibi che stava facendo molto bene? Non è l’unica anomalia: al Sant’Agata crescono i malumori di coloro che si sono già sentiti traditi dal nuovo club. Qualcuno aveva stralciato i debiti accumulati dalla vecchia proprietà per venire incontro alla nuova, dimezzando i propri crediti con – ovviamente – l’intenzione di continuare a collaborare per la cura, manutenzione e gestione della struttura. E invece, all’improvviso, ha ricevuto il benservito (quindi, oltre al danno la beffa) per vedersi sostituito da nuove ditte che arrivano da fuori città. Non il massimo della serietà e del rispetto dell’annunciata voglia di creare una sintonia con il territorio.

Ma il nodo più importante è quello tecnico: Stellone era pronto a firmare il contratto una settimana fa, poi il club ha scelto Martino ed è saltato tutto. Eppure Stellone è entrato nel cuore dei tifosi con il suo modo di fare semplice e cordiale, ma soprattutto con i risultati dimostrati sul campo. Quando, con grande lucidità, è riuscito a battere il Crotone invertendo la rotta tempestosa della squadra e avviando il percorso per una salvezza tranquilla, si è conquistato il rispetto e la stima di tutte le componenti della piazza. Ha risollevato una situazione davvero disperata, ha evitato il baratro sportivo, poi ha aspettato Saladini rinunciando ad altre offerte, ha assecondato le mediazioni di Taibi che ha fatto tutto il possibile per soddisfare la nuova proprietà convincendo tutto lo staff tecnico e persino i calciatori della bontà del nuovo progetto al punto da tagliarsi sensibilmente gli ingaggi, e adesso viene abbandonato con tutte le ripercussioni che questo comportamento inevitabilmente avrà sugli stessi calciatori. E al suo posto non ci risulta che stia arrivando Ancelotti né Conte o Guardiola.

No, non è iniziata bene l’avventura della nuova Reggina. A poco più di un mese dall’esordio ufficiale in Coppa Italia in una sfida proibitiva contro la Sampdoria a Marassi (dove però il neo presidente Cardona ha fatto capire in conferenza stampa di voler andare a vincere), è ancora tutto in alto mare. In una città in cui i tifosi vengono da anni di grandi delusioni e in cui la nuova società dovrebbe trasmettere messaggi positivi, non c’è stato neanche il tempo per celebrare il salvataggio del club che già bisogna assistere al triste teatrino di una dirigenza divisa e litigiosa.

Eppure la gente di Reggio vorrebbe soltanto divertirsi e sognare tramite il pallone, la più grande passione sportiva. Ma per fare sognare, com’è intenzione del Presidente Cardona più volte esternata nella lunga conferenza stampa di presentazione, non bastano le belle parole. Devono seguire i fatti, e quelli che stiamo vedendo non promettono nulla di buono.

Ed è un grande peccato, perché fino a pochi giorni fa c’erano tutte le migliori premesse

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