“La Calabria dopo il Terremoto del 1783”: la triste fine del principe di Scilla, il ruolo della Chiesa | INTERVISTE

StrettoWeb

Con la tappa di Taurianova si chiude la 3 giorni riguardante le nuove scoperte sul Terremoto che nel 1783 ha interessato la Calabria meridionale

Dopo le tappe di Gerace e Vibo Valentia, si è svolto nella serata odierna, presso la Sala del Consiglio Comunale di Taurianova, il terzo e ultimo incontro del convegno “La Calabria dopo il Terremoto del 1783. Dall’emergenza alla ricostruzione”, dibattito storico-scientifico che, attraverso le testimonianze di ben 21 relatori, ha fatto luce sulle nuove scoperte scientifiche relative al Sisma della Calabria Meridionale. La presenza dei relatori Letterio Festa, Mario Panarello, Giosofatto Pangallo, Giovanni Quaranta, Giovanni Russo e Vincenzo Cataldo, così come gli interventi del professor Caridi e del monsignor Milito, hanno impreziosito la caratura dell’evento.

Intervistato ai microfoni di StrettoWeb, il professor Caridi ha analizzato l’aspetto storico dell’evento dichiarando: “è importante organizzare un convegno del genere. È chiaro che le scoperte in campo storiografico avvengano con la consultazione dei documenti. Penso in particolare ai dati sulla Cassa Sacra, istituita dopo l’evento sismico per dare sollievo alla popolazione. La Chiesa era in possesso di un patrimonio vasto, si è deciso di sopprimere i conventi con meno di 12 frati, mettendo in vendita i beni di tali conventi per destinarli alla popolazione”.

Un terremoto che ha colpito sia la Calabria che la vicina Messina:si parla di terremoto Calabro-Messinese, anche la vicina Messina è stata colpita. L’epicentro è stato a Oppido, quindi tutta la parte meridionale della Calabria e la costa siciliana sono state colpite. Di tutti i centri abitati della piana non è rimasto in piedi nulla. Tutte le costruzioni attuali sono successive a quella data. Molti centri sono stati spostati perché non c’era la possibilità di ricostruirli sullo stesso sito. Per quanto riguarda l’aspetto demografico c’è stato un crollo della popolazione con circa 30.000 morti”.

Fra tali morti, anche alcune di sangue blu. Particolare la morte del principe di Scilla, Fulcone Antonio Ruffo, vittima del maremoto generato da una frana del monte sito in contrada Pacì. “Dopo le prime scosse a Scilla, il principe era convinto di poter sfuggire al terremoto rifugiandosi nella baia prospiciente. Con i familiari e i membri della corte salì su una feluca e venne seguito dagli scillesi, convinti di potersi salvare. Nel maremoto successivo trovò la morte il principe e chiunque decise di seguirlo”, ha dichiarato il professor Caridi.

Monsignor Francesco Milito: “la Cassa Sacra fu un danno per la Chiesa. I Borbone pensavano fosse una ricchezza immensa, ma non era così. Il governo pensava di fare incetta di beni, di per sé improduttivi, ma diversi anni dopo, chi ha fatto una sintesi di quanto accaduto ha ammesso di aver fallito. Chi poteva comprare questi beni? Chi era già ricco. Le famiglie feudali si sono arricchite, in quegli anni nacque l’egemonia della borghesia calabrese. Dal punto di vista religioso, è chiaro che la popolazione in quei momenti si sia affidata alla chiesa e al Signore con una preghiera”.

Il sindaco di Taurianova, Rocco Biasi, ha sottolineato l’importanza che un evento del genere ha per il territorio: “3 appuntamenti importanti, siamo orgogliosi che uno avvenga qui a Taurianova. Si discute del Terremoto del 1783, una riflessione interessante con particolari perso. Un evento che anticipa le celebrazioni del 50° Anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Per noi i Bronzi costituiscono un attrattore fondamentale dal punto di vista turistico. Valorizzarli vuol dire rendere un grande servizio al nostro territorio dal punto di vista culturale, turistico, sociologico a 360°. I Bronzi hanno avuto fin qui una valorizzazione relativa, ma hanno il potenziale per essere l’icona principale della Calabria, ben venga ogni iniziativa che celebri la scoperta dei due guerrieri, un pezzo di storia importante per il nostro territorio”.

Gli ha fatto eco Maria Fedele, assessore alla Cultura del comune di Taurianova: “i Bronzi ci rappresentano in tutto il mondo, sono la nostra Cartolina. È bene conoscerli e soffermarsi sulla loro storia: conosciamo la loro importanza attuale, ma non sappiamo chi fossero in passato. È importante che vengano promossi e valorizzati, sono davvero un qualcosa di eccezionale dal punto di vista archeologico sul piano mondiale”.

In merito al terremoto del 1783, l’assessore ha aggiunto: “il sisma ha creato danni devastante in tutta la Calabria ed è stato uno spartiacque: tutto ciò che c’era prima è stato cancellato. Città che prima avevano ruoli predominanti non sono più esistite o si sono ridimensionate, mentre altre città come Taurianova hanno avuto una certa ascesa”.

Prof. Giuseppe Caridi: “la storia del principe Ruffo di Scilla e il maremoto che gli fu fatale” | VIDEO

Mons. Francesco Milito: “la Cassa Sacra e il ruolo della Chiesa nel terremoto del 1783 in Calabria” | VIDEO

Il sindaco di Taurianova Rocco Biasi: “valorizzare la cultura calabrese e i Bronzi, potenziale icona mondiale” | VIDEO

L’ass. alla Cultura di Taurianova Maria Fedele: “Bronzi la nostra cartolina, importante studiarne l’origine” | VIDEO

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