Lo scultore Allera e l’idea dei Bronzi dello Stretto: “due giganti in acciaio all’ingresso del Mediterraneo” | INTERVISTA

StrettoWeb

La pensata di Cosimo Allera, artista originario di Gioia Tauro, sarebbe quella di realizzare due produzioni giganti dei Bronzi, alte circa 240 m, sfruttando l’appoggio dei piloni di Santa Trada e Torre Faro: “sarebbero le opere più alte al mondo e diventerebbero un simbolo come la Statua della Libertà e la Tour Eiffel”

L’arte e e la cultura sono i due elementi che muovono il mondo e costruiscono le basi per il futuro di un territorio, anche Reggio Calabria e Messina non possono dunque fermarsi e hanno bisogno di idee costruttive. E di idea si tratta quando si parla dei Bronzi dello Stretto immaginati dallo scultore Cosimo Allera: il noto scultore calabrese, originario di Gioia Tauro, è un artista che lavora l’acciaio COR-TEN, un materiale resistente agli agenti atmosferici e alla corrosione (il suo colore varia da un arancio iniziale fino ad una tonalità bruno-rossastra, la tipica colorazione ruggine che conferisce al materiale un effetto non solo estetico ma protettivo). Ebbene, la pensata di Allera sarebbe quella di realizzare due produzioni giganti dei Bronzi, alte circa 240 m, sfruttando l’appoggio dei piloni di Santa Trada e Torre Faro.

“La mia idea, per quanto possa sembrare pazzoide, invece è semplice – ha spiegato lo scultore Cosimo Allera ai microfoni di StrettoWeb . Pensiamo a come è stata fatta la statua della Liberta, che possiede un traliccio interno ed è rivestita con foglie di rame oltre che con l’acciaio. Io ho immaginato di poter sfruttare i due piloni, che a loro volta sono già stati premiati a livello ingegneristico, essendo in passato utilizzati per dovevano sostenere i cavi che portavano l’energia elettrica dalla Calabria alla Sicilia. A livello di staticità quindi reggerebbero, non ho dubbi. Certo, servirebbe un team di esperti e tecnici che possa giudicare con studi di qualsiasi natura. Andrebbero fatte verifiche a livello di calcoli statici e sugli agenti atmosferici. Mi piacerebbe portare le idee su rendering, magari pensando anche ad un ascensore e ad una terrazza panoramica per far salire in alto i turisti che vogliono ammirare la vista mozzafiato”.

Per i due piloni di Santa Trada e Torre Faro da sempre si è pensato spesso ad un modo per poterli tornare ad utilizzare, ora che sono in disuso, ma nulla di concreto è stato fatto. Secondo lo scultore gioiese, “con la volontà tutto può essere superato”. “Sarebbero le due opere più alte al mondo – sottolinea Allera – , batterebbero il record della statua dell’Unità (192 m) situata in India e diventerebbero un simbolo come la Torre Eiffel a Parigi. Realizzare i due Bronzi di Riace giganti, uno in Calabria e uno in Sicilia, non sarebbe affatto un’utopia: “verrebbero utilizzati i due tralicci come anima strutturale e poi sarebbero installate delle aste a secondo delle rientranze, sempre in acciaio COR-TEN, a formare come un puzzle composto da pannello dopo pannello”.

A differenza della Statua della Libertà, i due Bronzi giganti si presenterebbero con delle fessure, lo scultore spiega il perché: “per fare un esempio pratico ho recentemente presentato il mio omaggio al Boccioni, un’opera di 6 metri riprodotta in forme uniche nella continuità dello spazio. L’ho realizzato sempre in acciaio COR-TEN lasciando vuoti di circa 2 cm tra una lamiera e l’altra, utili per il passaggio dell’aria e fondamentali per la stabilità dell’opera stessa. I Bronzi dello Stretto sarebbero fatti allo stesso modo, da lontano però non si noterebbero queste fessure, si vedrebbe il tutto tondo della figura, ma questo permetterebbe il passaggio del vento. Non ci sarebbe nulla di invasivo o instabile”.

cosimo allera boccioni

I Bronzi dello Stretto, per il momento, restano soltanto un’idea, ma c’è bisogno anche della mente degli artisti per ragionare sulle possibilità di rilancio del territorio. “Ho aspettato di far presente questa mia pensata l’anno 2022 – afferma ancora Allera ai nostri canali – , in cui ricorre sia il 140° dalla nascita di Umberto Boccioni e sia il 50° Anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Ho atteso così da dimostrare chiaramente la fattibilità dell’opera. Più di un politico reggino, ma anche a livello regionale, ne è a conoscenza perché ho fatto l’uscita ufficiale il 6 agosto, in occasione del concorso internazionale dei Madonnari a Taurianova. Penso che Calabria e Sicilia non devono essere sempre considerate le ultime Regioni dell’Italia, serve qualcosa che possa attirare ancora di più i visitatori. Faccio questo pensiero senza nulla togliere all’immagine dei Bronzi e al Museo che li detiene, anzi, credo sia ancora di più una sponsorizzazione nei loro confronti”.

A tal proposito, un pensiero sulla polemica sollevata da Vittorio Sgarbi, che vorrebbe vedere i Bronzi di Riace trasferiti una volta ogni 5 o 10 anni in una delle capitali mondiali. “I Bronzi devono stare in Calabria – sottolinea Allera – perché rappresentano la positività del posto. Togliendoli al Museo Archeologico finiremmo per essere ricordati solo come coloro che li hanno trovati, e allo stesso tempo andrebbe via da Reggio e farebbero dimenticare della Calabria. Piuttosto valorizziamoli ancora di più, la mia idea infatti potrebbe favorire entrambe le Regioni dello Stretto. Si potrebbero fare due copie così da avvicinarli alla Sicilia, non come in Versilia che li hanno immersi in acqua senza alcun tipo di collegamento con il nostro territorio. Io credo che – conclude l’artista gioiese – , dopo gli studi di fattibilità, con l’impiego di due squadre di lavoro, i Bronzi giganti possano essere realizzati nel giro di cinque anni”.

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