Bronzi di Riace, La Repubblica e quella “foto sbagliata” che trae in inganno

StrettoWeb

Molte importanti testate giornalistiche sono state tratte in inganno da uno scatto diventato virale sul web: la foto nitida e a colori di due persone che sorreggono un guerriero non è stata scattata al momento del ritrovamento a Riace

Nel tempo dei social, in cui non proprio tutti verificano ciò che postano, capita spesso che qualcosa di falso possa sembrare vero e diventare virale. Ad essere interessati questa volta sono i Bronzi di Riace, celebrati su tutti i media nazionali per la particolare occasione del 50° Anniversario dal ritrovamento. E l’errore lo fa notare La Repubblica. Il giornalista reggino Giuseppe Smorto, in un articolo pubblicato ieri, ha titolato: “la foto sbagliata dei Bronzi di Riace. Così il web ha “deciso” che un manichino è un’opera d’arte”. Il riferimento va ad uno scatto, utilizzato erroneamente da molte importanti testate giornalistiche nazionali, che riprende un test effettuato a Briatico, cittadina sul mar Tirreno in provincia di Vibo Valentia, e quindi nulla centra con la scoperta nel mare di Riace avvenuta il 16 agosto 1972.

“Per uno strano effetto a catena – si legge nell’articolo – , succede che venga pubblicata una foto sbagliata, in cui è ritratto una specie di manichino in vetroresina alto circa 1,85, tenuto in piedi da due persone: a destra, quello che scopriremo poi essere un operatore televisivo, in muta rossa, e un’altra persona non identificata, in posa e non propriamente attrezzato per i ritrovamenti subacquei. La foto è palesemente errata, anche e solo per un semplice motivo: sullo sfondo si intravede un tratto di costa. E questo naturalmente contrasta con la posizione di Riace, dove le due statue furono avvistate 6-8 metri sott’acqua il 16 agosto del 1972, che davanti ha solo il blu e l’orizzonte, in quella Locride dove continuano ad arrivare le carrette del mare”.

La statua quindi si capisce che sia chiaramente finta, le foto originali del ’72 sono invece tutte in bianco e nero o hanno un colore sbiadito. Ma a far discutere è il fatto che a sbagliare siano stati appunti degli importanti organi di informazione: “il sito Dagospia pubblica integralmente il servizio di copertina del Venerdì e piazza anche la foto sbagliata! A questo punto l’ossessione diventa disappunto, perché quel servizio – senza errori – l’abbiamo firmato noi (di Repubblica, ndr). Ci casca anche Canale 5, un profilo specializzato in anniversari con decine di migliaia di follower, l’elenco è lungo. Si smarca solo la generazione Instagram, dove domina il selfie col Bronzo Vero. Ma su Facebook, Twitter e siti vari succede, e purtroppo ancora succederà. Come se un giornale pubblicasse l’immagine di uno che somiglia a Topo Gigio con una maglia tarocca del Milan e nella didascalia ci fosse scritto: nella foto, Gianni Rivera”. Insomma, in molti sono stati tratti in inganno, ma il giornalista Smorto non è rimasto impassibile all’errore dei colleghi, la sua intenzione è quella di “rendere giustizia” a due opere che rappresentano un patrimonio di Reggio Calabria.

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