Calenda verso clamorosa rottura con il Pd: “questa destra la voterei anche io”

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Elezioni, verso una clamorosa rottura tra Calenda e il Pd: oggi la decisione

Enrico Letta ha completato l’accozzaglia della coalizione di centrosinistra: dopo aver stretto un maxi accordo con Calenda cedendogli il 30% dei collegi uninominali, ha fatto altrettanto con la lista di Sinistra Italiana e Verdi (Fratoianni e Bonelli) cedendogli un altro 20% dei collegi, e ieri anche con la lista di Luigi Di Maio a cui ha ceduti un altro 10% degli stessi collegi. In sostanza al Pd, accreditato del 2224% da tutti i sondaggi, rimarrebbe soltanto il 40% dei collegi di una coalizione in cui tutti gli altri partner sommati non riescono ad arrivare al 10%.

Ma a prescindere da queste miopi scelte politico-strategiche da parte di Letta, ciò che fa molto rumore in queste ore è la posizione di Calenda che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe a un passo da una clamorosa rottura con il Pd colpevole di non aver rispettato l’accordo sottoscritto con Azione, che non voleva allearsi con Di Maio, Fratoianni e altri esponenti che esprimono contenuti politici agli antipodi rispetto ad un movimento così centrista e liberale. Il Corriere della Sera, infatti, ha riportato la confidenza di Calenda ad amici e colleghi: “Con questa coalizione di centrosinistra, la destra la voterei anch’io“, avrebbe ammesso.

La conferma è arrivata stamani dal Ministro Mariastella Gelmini, che in un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “Siamo diversi dal Pd e dagli altri partiti dell’alleanza e faremo campagna elettorale sui nostri temi. Il Pd doveva fare chiarezza e assicurare il rispetto del patto sottoscritto con noi. L’alleanza si basa su due distinte aree: quella liberale, popolare e riformista rappresentata da Calenda e quella di sinistra, rappresentata da Letta“. Per Gelminil’accordo con Si e Verdi resta un problema di Letta, fintanto che non mette in discussione i cardini del patto Azione-Pd“. Oggi Calenda dovrebbe chiarire definitivamente la propria posizione, in un contesto in cui Renzi è osservatore esterno. L’ex Presidente del Consiglio ha già deciso di correre da solo e si sta gustando questo raccapricciante teatrino di mala politica tentando di intercettare tutto il consenso di chi non vuole votare il centrodestra, ma neanche il Partito Democratico.

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