Jet Usa recuperato nel mare della Calabria: l’imprevisto meteo e la minaccia russa, cosa è accaduto

StrettoWeb

Per recuperare l’aereo F-18 Super Hornet è stata necessaria un’operazione durata 27 giorni, che ha previsto anche l’operazione di mezzi robotici. Non sono mancati i momenti di tensione con i mezzi marini russi

Il caccia F-18 Super Hornet della marina statunitense Harry S. Truman è stato recuperato nei giorni scorsi di fronte al mare della Calabria dopo essersi inabissato a causa di un incidente. Si tratta di un episodio davvero insolito per un aereo di quell’importanza ed è per questo che in molti si stanno chiedendo cosa sia accaduto veramente. La portaerei Truman si trova nei mari italiani per sostenere le operazioni Nato con i suoi 90 velivoli da combattimento. Dopo l’incidente, l’aereo caduto in mare è stato recuperato per mezzo di un robot telecomandato (CURV-21) ad una profondità di quasi 3mila metri, è stato anche protetto dall’avvicinarsi di alcune navi russe. Ma come ha fatto a scivolare in mare?

La marina degli Stati Uniti ha comunicato sui social di aver recuperato lo scorso 3 agosto un “aereo caduto in mare” l’8 luglio scorso in “un’area di operazione”. Non sono forniti dettagli sull’incidente, ma visto il recupero dovrebbe essersi verificato nel mar Ionio, al largo delle coste della Calabria, mentre la portaerei Truman stava conducendo una missione di “rifornimento in mare”. A testimonianza di ciò, è di appena 2 giorni prima il tweet in cui si comunicava che un F-18 Super Hornet che aveva infranto la barriera del suono sul Mar Ionio e nel comunicato stampa in cui la marina annunciava di aver perso un aereo in mare era presente la seguente motivazione: “maltempo inatteso”, riferendosi ad una forte perturbazione che ha interessato la parte di Mar Ionio davanti le coste della Calabria, proprio in quei giorni di luglio.

La minaccia russa sul caccia F-18 Super Hornet degli Usa

Nonostante questa logica versione, e che si tratta del terzo aereo americano caduto in mare nel giro di un anno, molti hanno sollevato parecchi dubbi sul fatto che un aereo così pesante (6.5 tonnellate), dal valore di 50 milioni di dollari, possa essere stato perso così dalla marina statunitense. Le operazioni di recupero sono durate ben 27 giorni ed in alcuni momenti c’è stata anche tensione per il movimento di due navi russe in viaggio dalla Siria all’Algeria. La pattuglia era composta da una petroliera e da un battello per le ricerche idrografiche, quindi in grado di perlustrare perfettamente i fondali marini dello Ionio, ma la scorta della Truman ha impedito al mezzo russo di avvicinarsi. La preoccupazione della marina statunitense deriva dall’importanza di questi velivoli e dalla tecnologia utilizzata che non può essere rivelata.

Gli aerei Super Hornet fanno parte, infatti, dello Strike Fighter Squadron che ha il compito di “difendere gli interessi degli Stati Uniti, degli alleati e dei partner”. La Boeing definisce il Super Hornet “l’aereo tattico più moderno e altamente capace e conveniente, disponibile nell’arsenale della Marina degli Stati Uniti”. Dopo il recupero, l’ F-18 Super Hornet è stato trasportato “a una vicina installazione militare” come riferito dalla marina Usa, che presumibilmente dovrebbe essere la base di Sigonella, in Sicilia.

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