Reggina, Taibi: “Saladini vuole la Serie A. Vi spiego com’è nata l’idea Inzaghi. E sul mercato dico…”

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Le parole del direttore sportivo della Reggina Massimo Taibi su tanti argomenti del presente: dal mercato alla trattativa con Saladini passando per obiettivi, singoli, sconfitta di Terni, Gallo e Martino

“Ringrazio Saladini, che mi ha messo a disposizione la possibilità di fare un mercato importante, con un allenatore come Inzaghi. Vogliamo essere tutti uniti, che la gente sia con noi. Il mercato mi ha entusiasmato, anche se manca qualcosa. Con Saladini è un po’ di tempo che speravamo e volevamo lavorare insieme, quando si è aperta la possibilità di Reggio sono stato io a spiegargli il progetto ma in lui ho visto subito la volontà di voler investire. Il merito è soprattutto suo, deve essere ringraziato da tutti”. Comincia così l’intervento del direttore sportivo della Reggina Massimo Taibi a Radio Febea.

Sempre su Saladini, in merito alla trattativa: “non era facile perché se non c’era una persona come lui, che ama la Calabria, era difficile che qualcuno si avvicinasse. Si parlava di altre cordate, ma io so solo che c’era Saladini, le conferme sul ds anche su un nostro articolo di qualche settimana fa relativamente al fatto che l’unico interesse è stato dell’imprenditore lametino, al netto di altre cordate estere spacciate per concrete ma in realtà non vere.

Poi gli obiettivi: “quest’anno dobbiamo fare un buon campionato ma senza avere idee particolari, poi è ovvio che dobbiamo essere ambiziosi. Il progetto non è di adesso e basta, ma è triennale. Quando il Presidente ha preso la società mi ha parlato di progetto triennale perché vuole vedere la Reggina in Serie A. Inizialmente si è pensato a un mercato di adattamento, ma poi abbiamo visto le altre squadre ed è stato anticipato il tempo di un anno, gettando le basi per i successivi”.

Com’è nata l’idea Inzaghi? Svelato il retroscena: “è stata un’idea di Saladini, lui ha anche queste uscite importanti. A un certo punto, quando con Stellone era finito tutto, ma ringrazio Roberto, Saladini ha voluto cambiare rotta e ha avuto in mente il suo nome. Io con Pippo avevo giocato a Piacenza, ho solo spiegato il progetto e chi è Saladini. Con Inzaghi mi ha trovato d’accordo, perché è un allenatore top, e poi è andato a prenderlo in vacanza”.

Immancabile il passaggio sul mercato: “le entrate si spera uno o due. Bayeye e Hernani? Sì, ma i nomi non sono solo loro due. Ci interessano. Bayeye è forte, ho parlato con il Torino e non hanno tutta questa voglia di farlo uscire. Al momento per il Torino è incedibile”, conferma il ds, facendo fede a quanto scritto da noi ieri relativamente all’unico ok che la Reggina attende, cioè quello del club granata. “Eravamo convinti che Fabbian fosse un ottimo giovane, ma si sta rivelando ancora migliore. Quindi con Hernani si è valutato un profilo diverso. Colpani? Lo chiedemmo mesi fa al Monza ma ci dissero già allora che era incedibile. Guardando a centrocampo potremmo dire che siamo numericamente al completo, ma in questo momento del mercato dovremo essere vigili. Se vogliamo trovare un pelo nell’uovo ci manca un centrocampista. Quando c’è un allenatore come Inzaghi l’appeal aumenta, è chiaro. Ma oltre a lui è la società, i giocatori si informano se è sana. Per questo il mio compito è molto più facile ora”.

E sulle uscite: “sono sette e cinque sono già piazzati. Da lunedì a giovedì possono andare via. Montalto è richiesto, per Laribi c’è stato un timido pour parler con una squadra di B e due di C, ma ho passato tutto al procuratore. Credo che entrambi alla fine si sistemeranno. Situm? Ce l’ha chiesto anche il Catanzaro. Gavioli ed Ejjaki sono di nostra proprietà ma ho bisogno che loro giochino con continuità in Lega Pro. Di Stefano è l’unico giocatore che ho preso quando c’era Stellone, cambiando il progetto il giocatore è penalizzato e valuteremo ora se tenerlo o mandarlo via”.

Qualche altro passaggio sul mercato: “se fossimo partiti prima Turati sarebbe rimasto con noi, è anche a questo che mi riferisco quando parlo di partenza in ritardo. Edera? E’ un buon giocatore, ci piace, ma veniva da un infortunio. Caso? Se fossimo partiti un mese prima, potevamo avvicinarlo, ma con il budget di prima no. Moncini? Lo abbiamo trattato, ha anche parlato con Pippo, ma alla fine ha deciso di andare a Ferrara”.

Sulla sconfitta di Terni: “è stata diversa da quelle dell’anno scorso, la squadra ci ha provato. La squadra è nuova, forte, ma avrà le sue difficoltà che dovrà sistemare gara dopo gara. Chi ha giocato a Terni era chi stava meglio fisicamente. A Ferrara abbiamo vinto strameritando. Ci sono giocatori importanti ancora non in condizione. Poi se la rosa si ritiene importante, come tale bisogna considerarla. Con la Ternana credo che il mister abbia messo la squadra migliore, ma a Terni non meritavamo di perdere. La motivazione non erano di certo i giocatori in campo. La Ternana, a detta di tutti, dovrebbe lottare per vincere. Ma chi ha fatto gol è stato un attaccante che senza assenze non avrebbe dovuto giocare. Per me giocar bene non significa partire dal basso. Gli avversari ti studiano. La Ternana ha giocato sulla difensiva, si sono messi dietro perché avevano paura della nostra velocità davanti. Nel primo tempo non ci hanno fatto rendere per come eravamo abituati, poi nella ripresa siamo usciti noi ma loro sono stato caparbi. Siamo stati ingenui nel gol preso, poi abbiamo ripreso noi il gioco, con il campo che non ci ha aiutato. La Ternana era più pronta della Spal. Non è stata una sconfitta fisica, perché nell’ultima mezz’ora li abbiamo messi là. A Ferrara al 75′ ci siamo adagiati, è un discorso mentale. Hanno sfiorato il 2-3, se non fosse stato per Colombi, ma è la dimostrazione della difficoltà della B”. 

Sui singoli, da Ricci a Menez: Ricci per quanto mi riguarda è un ottimo giocatore che può fare molto di più. A Ferrara ha giocato bene, a Terni ha perso palla ma a metà campo e il gol è nato più avanti. Spero che quest’anno Pippo riesca a farlo rendere molto di più. Siamo convinti che piano piano il ragazzo possa uscire. E’ di cattivo gusto indicarlo come un giocatore che sta facendo male. Dico solo che può e deve dare di più, questo sì. Menez? Già l’anno scorso con Stellone era stato recuperato. Pippo lo ha avuto al Milan, ha fatto 16 gol, già si conoscevano. Jeremy ha bisogno di sentirsi importante, bisogna saperlo prendere. Quando sta bene è di un’altra categoria. Nelle 9 sconfitte di fila dell’anno scorso lui non c’era, non perché era fuori rosa ma perché non lo consideravano. Poi è rientrato con Stellone e siamo tornati a vincere. Bisogna entrare dentro di lui per farlo esprimere al massimo. E’ un ragazzo per bene, sensibile, solo a volte si intestardisce con delle cose che lo fanno rendere meno. Santander? Pippo lo ha avuto a Bologna, scendendo di categoria può far bene. Gori, se non fosse stato per il Covid e post Covid a Cosenza, quest’anno sarebbe andato in Serie A. Obi? L’anno scorso Aglietti ce lo ha chiesto in mille lingue, ma era inavvicinabile per noi. Canotto? Lo avrei potuto prendere l’anno scorso, ma non era molto convinto l’allenatore per le caratteristiche di gioco, diverse da quelle che quest’anno invece cerca Inzaghi”.

Taibi sincero sugli abbonati: onestamente me ne aspettavo di più, per i sacrifici fatti dalla società. Mi auguro che quelli che mancano si possano vedere allo stadio domenica. Io giro in città, si parla solo della Reggina e di questo nuovo progetto, quindi mi auguro che possano essere raggiunti numeri importanti”.

Un passaggio sul rapporto con Martino: “è stato direttore mio quando giocavo, già allora c’era un rapporto conflittuale perché io non ero proprio il tipo di carattere che poteva andare a genio. Da colleghi, se mi posso permettere e con le dovute proporzioni, abbiamo delle idee delle volte diverse, ma è normale. Io rispetto il suo ruolo e lui il mio, tanto lavoriamo per la Reggina. Non ho visto invasioni di campo da parte sua e io verso di lui, quando succederà torneremo a litigare come facevamo da calciatori”.

E le differenze tra l’era Gallo e quella Saladini: “nell’era Gallo ho lavorato bene e forse sono stato anche fin troppo dentro la società, poi negli ultimi mesi sono rimasto solo ma io mi sono chiuso con la squadra e per quello ci siamo salvati. Io non invado mai i campi, faccio il mio. L’importante è avere una proprietà con cui posso confrontarmi. Stiamo ricostruendo, prima dal punto di vista tecnico e poi nei campi, come quelli del Sant’Agata. Ho visto che Saladini e Cardona ci stanno mettendo sempre più in condizioni di lavorar bene. Con Gallo fino a un certo punto si è lavorato bene, non posso che parlarne bene, anche se forse era circondato da persone che non lo aiutavano. Era consigliato male, forse, e mi ci metto anch’io, non c’è stata crescita. Con Saladini c’è un rapporto di amicizia che va avanti da anni. Ha l’esperienza di Lamezia, conosce il calcio e non come lo conosceva Gallo quando è arrivato. Saladini è più imprenditore col calcio, si è circondato di persone capaci, è presente e se non c’è lui c’è Cardona o qualcuno del CdA. So che Saladini sta investendo sul settore giovanile, ma i risultati non si possono vedere in pochi mesi. A breve poi si aprirà uno store, ma in una zona diversa”.

Sulla squalifica di Inzaghi: “conosco Pippo da 30 anni, non l’ho mai sentito bestemmiare, non è un intercalare che usa. Il Commissario di campo, lontano 7-8 metri, ha sentito Pippo bestemmiare. Tu pensa quanto era concentrato. E’ stata una cattiveria gratuita. Ma non smentirà mai che ha sentito male. Credo che Pippo Inzaghi faccia notizia, per cui voglio vederla come se avesse fatto il protagonista a squalificarlo. Per chi non lo conosce, Pippo è umile, anche la famiglia. Frequento Piacenza dal 1992, la famiglia Inzaghi è conosciuta per la sua umiltà, anche Simone”.

E in ultimo un passaggio su Denis: “l’anno scorso avevo proposto, a gennaio, se voleva, di far parte del settore giovanile, quando l’avevo in mano io. Detto questo, quest’anno è finito il campionato, con l’allenatore si sono fatte scelte diverse, non ho in mano io il settore giovanile ora ma potevo solo parlare della parte tecnica e sono state fatte scelte diverse”. 

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