Reggio Calabria sogna un porto turistico: ecco il progetto “Porthmos”, un’idea mai concretizzata

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A Reggio Calabria si parla di rilancio turistico attraverso anche la realizzazione di un polo d’attracco per le barche e navi. E’ per questo che Susanna Quattrone (rappresentante Confapi a Reggio Calabria) ricorda: “esiste un progetto ampio, strategico con una sinergia di intenti, ma soprattutto una visione economica d’insieme. Si chiama “Porthmos” ed è nato grazie alla grande lungimiranza di Ninetto Quattrone, l’allora presidente di Confapi Calabria ed Apindustria Calabria”

Reggio Calabria è una città di mare, goda di una posizione geografica perfetta sul mare Mediterraneo, ma ancora oggi non riesce a sfruttare al massimo il proprio potenziale, né dal punto di vista commerciale, né da quello turistico. Spesso si parla spesso della realizzazione di un porto turistico dove possano ricevere servizi barche, yacht, anche crociere, ma di concreto in questi ultimi anni non è stato realizzato nulla. “Nella realtà esiste un progetto ampio, strategico con una sinergia di intenti, ma soprattutto una visione economica d’insieme, un progetto nato grazie alla grande lungimiranza di Ninetto Quattrone, l’allora presidente di Confapi Calabria ed Apindustria Calabria”: si tratta del progetto “Porthmos”, un’idea nata proprio dal grande amore per il mare e dalla possibilità di realizzare un polo d’attracco.

“Di recente qualcosa si è iniziato a muovere nella coscienza dei reggini: un desiderio di rinascita e la voglia di respirare cultura si spande nell’anima del mondo civile, mostrando grandi segni di risveglio“, prosegue la nota di Susanna Quattrone (rappresentante Confapi a Reggio Calabria), che si domanda: “ad oggi, alcune opere previste nel progetto Porthmos sono state nel tempo realizzate, basti pensare all’attraversamento della fiumara Annunziata e quindi alla costruzione del ponte, ai parcheggi dell’area portuale. Ma mi chiedo perché un progetto di tale portata, che per quell’epoca era già avveniristico, stilato nei minimi dettagli e con un computo avanzato dei costi di realizzazione, è stato lasciato chiuso in un cassetto e non ha avuto la benché più minima considerazione, se non per alcuni aspetti poi realizzati?”.

Il progetto vide la luce negli anni ‘90 ed era frutto di un’intensa cooperazione tra varie figure quali l’associazione Amici del Mare, l’Apindustria Calabria, il C.A.L. e l’ASIT Calabria e fu realizzato da un gruppo di professionisti del territorio: “per citarne alcuni gli architetti Barbera, Iannone, Zagarella e Gioffrè, il Dr. Vincenzo Calarco ed altri. Una prima stesura del progetto ipotizzava l’eventuale conversione del molo di ponente del porto di Reggio Calabria, dell’ex scalo merci, del limitrofo quartiere Porto-Candeloro, della zona adiacente ed il lido comunale in una visione d’insieme trasformando quell’ampia area in una grande infrastruttura di servizi rivolti alla collettività, non tralasciando aspetti produttivi e di riqualificazione urbana”.

Inizialmente, spiega ancora Susanna Qattrone, “il piano prevedeva un porto turistico con banchine per 630 posti barca, strutture collettive, centri commerciali e di servizio, un centro sportivo e di benessere con un effetto su piano lavorativo stimato in circa 250 unità occupate, oltre ad un migliaio impegnate nell’indotto. Questa idea di progetto, a seguito di un approfondimento da parte di un gruppo di lavoro, coordinato dall’arch. Bruno Barbera, fu successivamente variato e divenne un’opera importante, con il preciso intento di cambiare radicalmente la visione futura della città di Reggio Calabria. Di fatto, se nel pensiero iniziale prevaleva l’idea di sviluppo dell’indotto nautico, nella nuova stesura del progetto “Porthmos”, tra le tante cose, si prevedeva un Centro Congressi con una capienza di 1500 posti a sedere, una camera iperbarica, un eliporto ed un collegamento funicolare tra i forti Umbertini di Pentimele e l’Università Mediterranea. Il 15 marzo 1994 il progetto Porthmos fu presentato al Comune di Reggio Calabria durante una manifestazione tenutasi all’hotel Miramare e fu consegnato nelle mani dell’allora Sindaco Italo Falcomatà”. Il progetto per il porto turistico di Reggio Calabria, quindi, esiste e potrebbe tornare funzionale alla realtà dei nostri giorni. Un’ipotesi potrebbe essere quella di riesumarlo dal cassetto in cui giace per scoprire, chissà, che con un eventuale aggiornamento possa essere considerato realizzabile.

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