Aggredita per aver chiesto la paga, Beauty denuncia: “lavoravo 12 ore al giorno, mi davano i soldi solo per 3”

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La Calabria ha subito messo in moto la macchina della solidarietà: flashmob e presidi con striscione davanti al lido balneare in cui è avvenuto l’episodio, il cui video è diventato virale sui social

Una storia di sfruttamento come quelle che ancora troppe volte si verificano in Calabria, diventata pubblica grazie ad un video reso virale sui social. Spinte, calci, urla in faccia sono quelle subite da Beauty, una donna nigeriana e figlia di una bimba di 4 anni: chiedeva di essere pagata per le ore di lavoro che aveva svolto come lavapiatti in un lido balneare di Soverato Marina, perla turistica del mar Ionio catanzarese. La colpa, spiega la giovane ai microfoni di Repubblica, “aver rivendicato il pagamento delle reali ore lavorate – dieci al giorno, a volte anche di più – e non quelle fittiziamente indicate sul contratto. L’aggravante? Annunciare senza mezzi termini che dell’imminente denuncia”. Il risultato è stato quello di un’aggressione che le è costata vistosi ematomi e ancora tanta paura, l’umiliazione di non vedersi rispettato un diritto dopo aver rispettato l’orario di lavoro.

Beauty ha 25 anni, vive in Italia da cinque dopo essere sfuggita a miseria e persecuzioni in Nigeria. Rimasta inizialmente nel vicino centro di accoglienza di Satriano, la donna ha deciso di rimanere in zona, tra Soverato e la località di Montepaone. Qui ha avuto il modo di costruire amicizie e rapporti più stretti con persone, così ha scelto di far crescere in questo luogo la piccola figlia, una bambina come detto di quattro anni e mezzo. “La mia principessa”, scrive su Facebook dove mostra orgogliosa le foto, commentando “sei il più bel dono ricevuto dall’onnipotente in tutta la mia vita”. Mai avrebbe immaginato che la Calabria, terra che l’ha accolta, avrebbe potuto riservargli un simile trattamento.

Nel pomeriggio di ieri, per quattro ore la ragazza ha raccontato tutto nei minimi dettagli ai carabinieri di Soverato di fronte ai quali ha formalizzato la denuncia. Anche il giorno precedente, subito dopo l’aggressione, ci aveva provato a presentarsi, ma era troppo confusa, sconvolta, con il suo italiano non proprio perfetto aveva difficoltà a spiegarsi. Nel frattempo, per sua fortuna, il video postato sui social è diventato virale e subito è stata pioggia di solidarietà da parte della Calabria vera e onesta. Di fronte allo stabilimento balneare in cui la ragazza è stata malmenata, nel pomeriggio la Cgil ha organizzato un flash mob, mentre in serata è stata l’Usb a fare un presidio: “questo locale sfrutta chi lavora, Beauty non si tocca”, è lo striscione lasciato in bella vista vicino all’ingresso del lido che intanto è stato chiuso, così come la pagina Facebook, nascosta dopo una valanga di commenti negativi arrivati da ogni parte d’Italia, nell’attesa che si risolva la situazione.

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