“Vergogna a Soverato Marina, ragazza chiede la paga dopo il lavoro e viene presa a calci”: la denuncia sui social

StrettoWeb

La denuncia arriva dall'”Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria” che ha pubblicato il video del momento su Facebook, ora diventato virale

Triste vicenda accaduta a Soverato Marina quella denunciata sui social dalla pagina “Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria”. La storia è quella di una “ragazza presa a calci” per aver chiesto di essere pagata “dopo aver lavorato come lavapiatti, dalla mattina alla sera, senza ricevere la retribuzione”. La giovane, probabilmente di origini africane, “si presenta al lido con tanta educazione – spiega la Community – , chiedendo la sua paga, niente di più, niente di impossibile o extra, soltanto la paga del suo sudore. Si siede ai tavolini chiedendo le spettanze e attendendo seduta. Da qui la reazione che hanno avuto questi ‘educatissimi’ proprietari! Nessuna censura, non merita nemmeno l’aria che si respira”.

Dal video ormai diventato virale sul web si sentono le parole di uno, presumibilmente il proprietario che prima dice: “non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri”, poi aggredisce fisicamente la ragazza mentre era seduta sulla sedia di un tavolino del lido. “Io non vado via”, risponde la giovane chiedendo di avere il proprio compenso. “Questa è casa mia”, è la replica del signore tra urla e bestemmie, chiaramente calabrese dal dialetto utilizzato. “Cu a faci ‘a diretta”, afferma ancora provando a togliere dalle mani il cellulare alla ragazza.

“Vergogna a Soverato Marina. Una ragazza chiede di essere pagata e viene presa a calci. Se qualcuno conosce la ragazza siamo disposti a darle supporto sindacale”, scrive nella didascalia l’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria, spiegando alla fine del video che “la ragazza ha una bambina di 4 anni, lavora per mantenersi in regola e con tanta volontà, questo è l’ospitalità che le viene data. Succede a due passi da noi, non bisogna andare lontano. Facciamo circolare il video per evitare che questa povera creatura caschi sotto le mani di questi elementi, che lavorano per loro! Anzi, che fanno da schiavi a loro. Grazie”.

Occhiuto: “il lavoro si paga, sempre; solidarietà a Beauty”

“Dalla bellissima Soverato arriva una brutta storia. Il lavoro – che non deve in alcun modo somigliare alla schiavitù – si paga, sempre. E deve essere regolare: il nero o il fuori busta sono contro la legge. Solidarietà a Beauty. Gli inquirenti facciano piena luce su quanto accaduto”. Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Ragazza aggredita dal titolare di un lido in Calabria, Filcams CGIL: “l’assisteremo nelle sedi opportune”

“Siamo incappati in un video che sta circolando sui social nel quale una lavoratrice viene aggredita brutalmente da quello che dovrebbe essere un datore di lavoro, un imprenditore del turismo. Una lavoratrice straniera che chiede di essere pagata per il suo lavoro e che per tutta risposta si prende le mazzate e le urla in faccia di chi pensa di avere diritto di aggredirla e scacciarla perché quella “è casa sua”. Più precisamente l’imprenditore ha usato il dialetto calabrese, affinché quella donna di un altro colore e di un altro Paese, avesse chiaro il senso delle parole. Quello che a noi pare chiamo è che questo episodio – che purtroppo episodio non è vista deregulation diffusa nel settore Turistico – è frutto di una cultura del disprezzo di ciò che è pubblico, delle leggi e dei contratti di lavoro”. E’ quanto scrive in una nota la Segreteria Regionale Filcams CGIL Calabria.

“Questa situazione – prosegue il comunicato – ha dei responsabili, naturalmente, poiché nonostante le denunce continue e gli appelli rivolti a politica ed Istituzioni, agli allarmi ed alla vertenza Nazionale e Regionale sul Turismo chi deve occuparsi di far rispettare le regole, si gira sempre da qualche altra parte. È indecente vivere in un Paese dove chi lavora subisce ancora certi trattamenti, mentre chi utilizza il suolo Pubblico in concessione fa il Padrone e Sotto perché pensa che quel Bene Comune è un suo diritto a prescindere o meno dal rispetto delle regole, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dello Stato. La Calabria ed il Turismo non decolleranno mai se la sua economia continuerà ad essere fondata sul lavoro nero, su imprenditori casalinghi che non pagano le tasse e non rispettano i contratti di lavoro. La mobilitazione in atto nel settore del Turismo ha come slogan “SottoSopra”, perché c’è una cultura che disprezza ogni regola ed ogni diritto che va completamente ribaltata”.

La FILCAMS CGIL Calabria “sta cercando di contattare questa lavoratrice alla quale va la nostra più completa e totale solidarietà, per chiederLe il mandato a rappresentarla ed assisterla in tutte le sedi per ottenere ciò che le spetta. A lei dovranno essere riconosciuti tutti i suoi diritti calpestati da gente che non merita di occupare un bene pubblico, di calpestare, come ha fatto la nostra Terra ed i nostri valori”.

Aggressione a Soverato, Fisascat Cisl Calabria: “occasione per ripensare a un tavolo tra politica ed istituzioni sul lavoro nel settore turistico”

Il segretario regionale di Fisascat Cisl Calabria, Fortunato Lo Papa, stigmatizza quanto accaduto alla giovane lavoratrice straniera aggredita a Soverato Marina dal suo titolare al quale aveva chiesto di essere retribuita per il lavoro svolto. “Immagini drammatiche quelle che sono state diffuse ma che accendono ancora di più i riflettori su quanto ci sia bisogno di lavorare sul sistema turismo in Calabria, con particolare attenzione ai lavoratori», afferma Lo Papa. «Senza voler fare di tutta l’erba un fascio, ribadisco – afferma il cislino – la necessità, anzi, l’urgenza di un tavolo con politica ed istituzioni al fine di dare a imprenditori e lavoratori garanzie e tutele”.

“Un Patto per il Lavoro, come quello sottoscritto in Liguria – spiega ancora il segretario – permetterebbe di mettere in rete le imprese serie con l’Ispettorato del Lavoro e l’Inail. A tale proposito, è giusto sottolineare che manca nel territorio un adeguato numero di ispettori e controlli seri e a tappeto che possano servire ad evitare simili, gravissimi, gesti. Alla lavoratrice – conclude Lo Papa – va la solidarietà della Fisascat Cisl con l’augurio che vengano fatte adeguate indagini per ricostruire quanto accaduto e che nessun lavoratore debba mai essere messo nelle condizioni di guardare al salario come un privilegio”.

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