ZTL a Reggio Calabria, continuano le polemiche. Aloisio: “quale nesso la regolarità nel pagamento dei tributi?”

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Intanto, l’inizio delle ZTL orarie è stato spostato dalle 20.00 alle 21:00 per favorire le aziende commerciali che chiudono alle 20.30

Continuano le polemiche in merito alla delibera del Comune di Reggio Calabria che introduce le ZTL in centro città negli orari serali. Sulla vicenda non ha ancora preso una posizione Confesercenti che, con il presidente della sezione locale Claudio Aloisio, fa sapere: “in attesa della conferenza stampa di lunedì in cui, a quanto c’è stato riferito, l’Amministrazione spiegherà il perché delle scelte riguardanti le modifiche alla mobilità cittadina”. Nel frattempo, comunica Aloisio, “senza grandi proclami un piccolo concreto risultato lo abbiamo ottenuto dato che, su nostra specifica richiesta, l’inizio delle ZTL orarie è stato spostato dalle 20.00 alle 21:00 evitando i prevedibili problemi a cui sarebbero andate incontro le tante attività commerciali il cui orario di chiusura è alle 20:30″.

In attesa della conferenza stampa, però, sono diversi i punti dell’ordinanza che fanno discutere. A partire dalla tempistica della comunicazione con i cittadini residenti che hanno appreso il 2 agosto di un regolamento che entra in vigore domani 8 agosto: “siamo contrari al “modus operandi” che, ancora una volta, ha di fatto escluso il confronto con le parti sociali su temi di importanza vitale per l’economia cittadina e non solo”. Ma non è tutto, i residenti dovranno presentare un modulo per accedere all’interno della ZTL e dimostrare di essere in regola col pagamento dei tributi: “mi vorrei soffermare su un punto che, francamente, mi è di difficile comprensione e riguarda il modulo per il permesso di accesso e di sosta dei residenti alle zone a traffico limitato. Fermo restando che giudico inopportuno e vagamente vessatorio costringere un residente a pagare 16 € di marca da bollo per accedere ad un suo sacrosanto diritto, c’è una richiesta del modulo che mi appare incomprensibile: quella della regolarità contributiva dei tributi locali. Mi chiedo: per quale bizzarro motivo si richiede, per ottenere il permesso di tornare nella propria casa, un’autocertificazione in cui si dovrebbe attestare la regolarità contributiva del cittadino richiedente? Quale nesso hanno le due cose? Quale norma prevede una tale richiesta? E quali conseguenze ci sarebbero se non si è in regola col pagamento dei tributi? Non si rilascia il permesso e si impedisce a una famiglia di poter accedere con il proprio mezzo al domicilio? Senza contare le possibili conseguenze penali alle quali si andrebbe incontro anche in caso dichiarazioni false fatte in buona fede, ad esempio non essendo a conoscenza di un tributo da saldare perché la bolletta non è mai arrivata”.

“Intendiamoci – conclude Aloisio – , non sarò certo io a difendere gli evasori, coloro che non pagando i tributi locali creano problemi ai cittadini onesti che, pur non ricevendo in cambio servizi adeguati, ottemperano al loro dovere onorando regolarmente il dovuto. Quello che però contesto è il principio, perché l’essere o meno in regola con il pagamento dei tributi locali nulla ha a che vedere con il diritto di poter tornare a casa propria”.

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