Covid, Crisanti “censurato”: la giornalista reggina Iatì avanza due “domande mai poste”

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Il microbiologo, diventato famoso durante la pandemia del Covid e oggi candidato per il Pd in Europa, a novembre 2021 aveva confessato in tv: “ad inizio 2020 infetto il 3% degli italiani ma mi fu detto di non parlare per evitare allarmismi”

Il “caso” Crisanti torna nell’occhio del ciclone con l’analisi della giornalista reggina Manuela Iatì. L’ex volto sky ha scritto un articolo pubblicato sull’edizione odierna de La Verità, in cui rilascia delle “domande mai poste”. Il motivo è il cambio d’atteggiamento del noto “virologo star” che nel novembre 2021 si è dimostrato particolarmente critico nei confronti delle scelte del Governo sulla campagna vaccinale, quella stessa fazione politica con cui oggi è candidato alle elezioni politiche per il voto del 25 settembre. Il prof. Andrea Crisanti evidenziò i suoi dubbi sull’efficacia del vaccino somministrato ai bambini, calcolata da Pfizer solo su 2.000 test, “troppo pochi – rispose – per certificarne utilità e sicurezza”.

Crisanti segnalò soprattutto un modo di fare improvvisato da parte del Governo e del Ministero della Salute ed è per questo che continuò il suo sfogo: “a inizio epidemia, e stiamo parlando di due anni fa, avevo i dati davanti e c’era il 3% della popolazione infettata dal Covid. È successo che mi è stato detto di non dirlo e mantenere un profilo basso e non allarmare. È una cosa di cui mi sono estremamente pentito, quindi ora le cose che penso le dico”. Delle dichiarazioni pesantissime e che non sono mai state approfondite abbastanza. Oggi, però, a chiedere chiarezza è Fratelli d’Italia attraverso una Commissione d’inchiesta Covid, ma Crisanti frena e chiede di aspettare la sentenza del Tribunale di Bergamo. Manuela Iatì però, ricordando che il microbiologo è un aspirante parlamentare, chiede di fare chiarezza. E’ per questo che “gli poniamo le domande mai poste: nove mesi fa lei ha ammesso di aver occultato dati rilevanti sulla pandemia, su richiesta di qualcuno. È per caso lo stesso qualcuno che lei potrebbe inguaiare con la perizia a Bergamo? Sono gli stessi che l’hanno messa in lista? E quante altre cose, gravi come questa, sono state scientemente silenziate? Non dovrebbe dirlo ora che ambisce a diventare onorevole?”.

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