Elezioni politiche 2022, l’appello del CSI: 7 punti per salvaguardare lo sport di base

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Lavoro, Terzo Settore, Ambiente, Registro Asd, Sport Giovanile, Relazioni tra Istituzioni Sportive, Pari Dignità fra di esse. Sono questi gli argomenti richiamati dalla più antica associazione sportiva, di ispirazione cristiana, per chi avrà la responsabilità di costruire un futuro per le prossime generazioni

Vogliamo vincere insieme! Sette punti per la salvaguardia dello sport di base, è il titolo del documento promosso dal Centro Sportivo Italiano, alla vigilia delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Il CSI è pronto ancora una volta a fare la sua parte, e chiede al Parlamento che verrà e al futuro Governo, in armonia con i contesti europeo e mondiale, la massima attenzione al mondo dello sport. Lo sport, è apparso molto marginale nel dibattito elettorale; un’assenza di rilievo e molto grave perché lo sport di base, quello delle associazioni locali, nelle periferie, nelle parrocchie, inclusivo e aperto a tutte e a tutti, è una leva di coesione sociale che sarà determinante per la ripartenza del Paese.

Alla luce di tutto questo ecco la richiesta ai candidati e ai partiti, di manifestare la propria posizione su sette punti focali, pensati a salvaguardia dello sport per tutti. A garanzia del futuro delle sportive e degli sportivi di tutta Italia. Queste in sintesi le richieste inserite nel documento.

1. Sport e lavoro

Il CSI ritiene che il lavoro sportivo debba essere tutelato e garantito, anche tenendo conto dell’effettiva sostenibilità per l’intero sistema. Perciò occorre confermare al più presto la proposta di decreto correttivo sul lavoro sportivo, assolutamente necessaria prima che la riforma entri in vigore con il rischio che risulti insostenibile per le Asd di base. Maggiore chiarezza anche sui requisiti del lavoratore sportivo, poiché molte figure sono qualificate attraverso percorsi formativi differenti e organizzazioni diverse, ma mai equiparate e normate, se non all’interno di ogni singola FSN o EPS.

2. Sport e Terzo settore

Il CSI chiede interventi urgenti atti a semplificare, anche utilizzando le modalità digitali, la rilevazione dei volontari in organizzazioni che accolgono numeri significativi di iscritti/e, affinché lo sport di base possa proseguire il proprio contributo nella promozione sociale e nelle attività di coesione sociale e accoglienza.

3. Pari dignità, nella differenza

Il CSI ritiene che sia ormai il tempo di un intervento normativo che riconosca pari dignità fra tutti i soggetti sportivi – Federazioni Sportive Nazionali, Enti di Promozione Sportiva, Discipline associate, ecc. – riconoscendone la differente finalità nella promozione di attività competitive ai vari livelli. È un dovere della buona politica assicurare libertà di scelta, alle società e associazioni sportive, su quali enti e soggetti sportivi aderire, anche contemporaneamente, senza generare effetti punitivi.

4. Registro delle attività sportive

Il CSI chiede l’estensione dei benefici fiscali e tributari, derivanti dall’iscrizione al Registro delle attività sportive dilettantistiche, anche alle Parrocchie e agli Oratori regolarmente affiliati a FSN, DSA ed EPS. Il nuovo registro, in vigore dall’1 settembre 2022, presenta numerose difficoltà e contraddizioni, su cui si richiede di poter aprire, in maniera costruttiva, un confronto onde semplificare le procedure.

5. Sport giovanile

La pandemia, ha generato una diminuzione di praticanti pari al 4% nella fascia di età 3-14 anni (1 milione di giovanissimi/e) e un incremento di 350 mila “sedentari”. Occorre un piano straordinario per la promozione complessiva dello sport – ed in particolare quello giovanile – che miri ad incrementare, nei prossimi 5 anni, di almeno 3 punti percentuali il numero dei minori praticanti sport. Il CSI desidera confrontarsi con quanti ritengano questa una priorità di politica per l’infanzia e per il sociale, per condividere modalità, forme e strumenti attuativi, tra cui la proposta di incrementare le detrazioni fiscali (attualmente a soli 210 euro) a favore delle famiglie, così come auspicabile sarebbe una detrazione fiscale maggiore per le aziende che sostengono l’attività sportiva delle associazioni sportive che investono in ambito giovanile.

6. Sport e ambiente

La gestione e l’utilizzo degli impianti, anche a causa della crisi energetica, sta diventando insostenibile con l’esplosione delle tariffe. Il PNRR ha riconosciuto un ruolo strategico alla riqualificazione delle strutture sportive, volte a favore dell’inclusione e dell’integrazione sociale, ma finora ha privilegiato solamente quei Comuni che hanno presentato interventi rilevanti solo per le Federazioni Sportive Nazionali e Paralimpiche. Il CSI chiede una seria politica di incentivi per implementare l’uso delle energie rinnovabili in tutti gli impianti sportivi e per riqualificare e o ampliare gli impianti sportivi esistenti, offrendo, anche per il tramite dell’Istituto per il Credito Sportivo, linee di credito vantaggiose e con procedure snelle, quanto a manutenzione ordinaria e straordinaria.

7. Istituzioni sportive

Le frizioni e i continui attriti rilevati fra la Istituzioni chiamate a gestire lo sport – Dipartimento dello Sport, CONI, Sport e Salute Spa – non fanno che originare confusione di competenze e tanto altro. Il CSI chiede che la politica semplifichi e chiarisca i rapporti tra le istituzioni sportive, in un quadro di maggiore trasparenza per tutti i soggetti sportivi. Effettivamente, la riforma del lavoro sportivo, l’aumento dei costi di gestione degli impianti, la complessità delle norme fiscali e amministrative che spesso richiedono la consulenza di professionisti, pesano sulle associazioni sportive di base, ossia sulle quote di iscrizione a carico delle famiglie, disincentivando di fatto la pratica sportiva.
Essenziale dunque una nuova fase di condivisione, di dialogo e di confronto, mettendo in comune competenze, esperienze, visioni a favore di uno sport che sia strumento di prevenzione sanitaria, di politiche giovanili, di promozione sociale e culturale.

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