Berlino frena sul price cap: “pronti a collaborare, Italia è partner”. Ma la Commissione Europea vuole vederci chiaro…

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“La Germania ha introdotto un freno al prezzo del gas e questo non ha nulla a che fare con il price cap”, ha chiarito il portavoce del ministro dell’Economia dopo le polemiche sollevate anche in Italia sulla manovra da 200 miliardi di euro adottata dal Governo tedesco

La Germania è pronta ad utilizzare un piano da 200 miliardi di euro per mettere un freno al prezzo del gas ed aiutare così i propri cittadini a rispondere alle difficoltà economiche, ma questa “fuga in avanti” è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea. “La Germania ha introdotto un freno al prezzo del gas e questo non ha nulla a che fare con il price cap”, ha chiarito il portavoce del ministro dell’Economia tedesco dopo le polemiche sollevate anche in Italia. Il Governo Draghi, infatti, da mesi si sta impegnando per trovare un accordo insieme a tutti i Paesi membri per adottare una politica comune e sarebbe rimasto deluso da questa manovra.

“Non vedo alcuna contraddizione e non capisco le perplessità di cui riferiscono i media”, risponde Steffen Heberstreit, portavoce del presidente Olaf Scholz, che poi prosegue: “dobbiamo distinguere tra freno al prezzo, che è quello che facciamo in Germania, e tetto al prezzo del gas. Nel caso di un tetto al prezzo noi sosteniamo per lo più la proposta della Commissione europea, che vuole una comune piattaforma di acquisto. Non sosteniamo l’opzione di un limite massimo al prezzo, perché sussiste il pericolo che alla fine non vi sia più gas a sufficienza da comprare sul mercato mondiale. E questo sarebbe controproducente”“Il governo tedesco è complessivamente pronto a collaborare con i governi dei paesi partner” e l’amicizia con l’Italia è “profonda” e “così resterà”, ribadisce anche Olaf Scholz.

Le polemiche però non si placano e in molti hanno visto il piano tedesco come “unilaterale e anti-solidale”. Sulla questione si è espressa oggi anche la Commissione Europea, che ha sottolineato come “spetti proprio agli Stati membri notificare se il piano tedesco si può classificare come aiuto di Stato”. Il compito dell’esecutivo Ue, ha chiarito oggi un portavoce, è quello di “monitorare che ci siano ragionevoli livelli di aiuto di Stato ed evitare distorsioni del mercato unico”. In sintesi, “bisogna separare la natura politica del dibattito dal ruolo della Commissione, che è più giuridico, ovvero far rispettare il quadro delle regole attuale”.

Intanto la Commissione europea sul “price cap” va avanti, è stata presentata una prima bozza: “è un passo avanti utile, ma dobbiamo fare di più e concludere più rapidamente”, ha detto il ministro francese per la Transizione energetica, Agnes Pannier-Runacher, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia. “E’ in corso un’intensa attività diplomatica, ne ho parlato con i miei omologhi belga, tedesco, spagnolo, italiano, polacco, rumeno, e ceco, siamo tutti consapevoli di avere una responsabilità, quella di difendere le nostre imprese e la nostra industria, e di creare solidarietà europea intorno a queste questioni energetiche”.

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