Giornalisti maltrattati da Conte, i cronisti di Reggio Calabria scrivono all’Ordine: “ennesima mortificazione, adesso basta”

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I giornalisti di Reggio Calabria scrivono al Presidente dell’Ordine Giuseppe Soluri dopo l’ennesimo spiacevole episodio subito ieri in occasione della visita di Giuseppe Conte

I giornalisti reggini non ci stanno. Dopo il trattamento subito ieri dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, i cronisti di Reggio Calabria hanno condiviso l’idea di coinvolgere l’Ordine dei Giornalisti e stamani hanno inviato via pec una lettera al Presidente dell’Odg Calabria Giuseppe Soluri per evidenziare l’accaduto e chiedere provvedimenti.

La lettera, oltre che dal nostro direttore Peppe Caridi, è firmata da Giorgio Neri dell’Ansa, Emilia Condarelli di Rtv, Mario Meliadò di Ten e Tempostretto, Isabella Marchiolo di ReggioToday, Claudio Labate del Reggino e Walter Alberio del Dispaccio. “Caro Presidente – esordiscono i cronisti – ieri in occasione della visita a Reggio Calabria di un noto esponente politico nazionale, siamo stati mortificati per l’ennesima volta nel nostro lavoro giornalistico e abbiamo pensato che sia francamente il caso di dire “basta”. Ancora una volta qualcuno – un’associazione, un candidato a qualcosa, un Ente territoriale o un soggetto politico, come in questo caso… – convoca le testate giornalistiche per una presentazione / conferenza stampa / punto media e poi a chi concretamente è “sul campo” si presenta uno scenario del tutto diverso. Preavviso risibile, calca, gomitate, spintoni, insulti, gravi difficoltà a svolgere serenamente il proprio lavoro; quando va bene. Impossibilità totale di svolgerlo, quando (come ieri e mille altre volte in precedenza) ci si trova davanti a spazi angusti e palesemente inadatti alle esigenze fotografiche e audiovideo; o con scarsissimo tempo a disposizione; o in sale teoricamente riservate a una conferenza stampa che, per “fare scena”, vengono riempite per l’occasione di cittadini, curiosi, supporter o esponenti di quest’associazione o di quel partito, dando spazio e voce alla claque e di fatto estromettendo o rendendo paradossalmente difficile proprio il lavoro degli operatori dell’informazione. Cosa infinitamente più grave quando si verifica da parte di un Ente pubblico. O ancora quando, incredibile a dirsi!, gli stessi promotori dell’iniziativa – per motivi legati a un capriccio del momento o a proprie responsabilità – si rendono improvvisamente indisponibili a rispondere a domande o a rendere interviste alle testate giornalistiche da loro stessi coinvolte“.

Abbiamo quindi pensato di rivolgerci a Te. Intanto, per rinnovare il nostro disappunto per un’incresciosa situazione che continua a ripetersi perennemente, pregiudicando il nostro lavoro, e non si riesce in alcun modo a risolvere. In seconda istanza, auspicando che – se lo riterrai opportuno, ovviamente – si possano adottare iniziative concrete per ribaltare la situazione. Dall’offrire eventuale pubblicità esterna a questo stato di cose al promuovere un momento di riflessione comune, interna e coi nostri quotidiani interlocutori“, conclude la lettera.

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