L’idea di democrazia di Giuseppe Conte e del M5S: giornalisti silenziati e maltrattati a Reggio Calabria

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Un episodio increscioso oggi a Reggio Calabria durante la campagna elettorale del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: ha convocato i giornalisti per un punto stampa ma poi li ha silenziati e respinti ancor prima che potessero fare domande

Dev’essere proprio strana l’idea di democrazia di Giuseppe Conte e del suo Movimento 5 Stelle: l’ex premier poi elevato a capo politico di ciò che resta del grillismo, stamani è arrivato a Reggio Calabria per un appuntamento elettorale insieme a Cafiero de Raho, magistrato pronto a sbarcare in parlamento a 70 anni grazie ad una candidatura in un seggio “blindato” proprio nella città in cui negli scorsi anni (2013-2017) ha fatto carriera da Procuratore della Repubblica.

Ad annunciare l’arrivo di Conte era stato nei giorni scorsi un comunicato stampa ufficiale inviato alle testate giornalistiche dal coordinatore provinciale del Movimento Domenico Augliera: “con la presente vi informo che il Presidente Giuseppe Conte incontrerà alle ore 12:30 i giornalisti in un apposito punto stampa allestito all’interno di un gazebo sito all’inizio del lungomare Falcomatà di Reggio Calabria“. E così i giornalisti reggini stamani si sono radunati all’inizio del lungomare in attesa di Conte e del suo gazebo in cui avrebbero potuto fargli delle domande sui più attuali e scottanti temi dell’attualità.

E invece, mentre alcune elette testate giornalistiche alle 12:30 avevano già pubblicato le interviste con le dichiarazioni di Conte realizzate di nascosto in un’altra sede, l’ex premier è arrivato sul lungomare in enorme ritardo circondato da una bolgia di circa 50 fan a cui concedeva selfie e strette di mano in un clima da stadio. Giunto sul lungomare, Conte ha improvvisato un comizio sul marciapiede parlando poco più di 100 secondi e dando la parola a de Raho, che a sua volta ha parlato per meno di 60 secondi. Completamente ignorati i giornalisti e i loro tentativi di fare domande: il comizio più veloce della storia della Repubblica è finito, andate in pace. La giornalista di Rtv Emilia Condarelli ha provato a insistere, “ci avete convocato ad un incontro con la stampa, perché non possiamo farvi domande?” e Conte, dopo averla ignorata a lungo, le si avvicina urlando che “qui non c’è alcun punto stampa“.

E quindi non sono ammesse domande, i giornalisti non sono graditi. Ma allora sul lungomare che ci siamo andati a fare? Se non fossimo stati invitati ad un “apposito punto stampa“, avremmo potuto scegliere (e senza ombra di dubbio avremmo scelto!) di non partecipare ad un comizio senza contraddittorio, circondati da una cinquantina di tifosi esagitati che hanno messo a rischio anche la sicurezza dei giornalisti e del loro equipaggiamento. Forse servivamo a Conte per qualche foto utile a dimostrare una grande folla? Effettivamente stamani sul Lungomare di Reggio Calabria erano più i giornalisti, le forze dell’ordine e gli agenti della scorta rispetto ai simpatizzanti, una cinquantina appunto, dell’ex Presidente del Consiglio già noto per le mirabolanti “Regioni colorate” annunciate a tarda notte per la mattina successiva, o per la demagogia del “chiudere oggi per salvare il Natale” e della più buia pagina della storia Repubblicana nella folle gestione della pandemia. Ma questa è un’altra storia, che sui contenuti certamente Conte difenderà e su cui avremmo potuto porre qualche quesito. Se solo ci fosse stato consentito, com’è scontato in una democrazia in cui i giornalisti non possono accettare di essere considerati lacchè. E invece nel 2022, per giunta da parte del partito politico che si auto celebra come il più innovativo e “progressista“, assistiamo ancora allo squallido teatrino delle interviste fatte di nascosto con i pochi compiacenti respingendo il confronto con tutti gli altri. Evidentemente liberi. Evidentemente temuti.

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