Manu Ginobili nella Hall of Fame NBA, il pensiero è alla Viola: “grazie Reggio Calabria per aver creduto in me”

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Manu Ginobili entra nella Hall of Fame NBA. L’argentino, durante il suo discorso, ricorda l’esperienza alla Viola Reggio Calabria, tappa decisiva per dare il via a una carriera stellare

Manu Ginobili entra ufficialmente a far parte della Hall of Fame NBA. Nella tarda notte italiana, in quel di Springfield, il fuoriclasse argentino è stato introdotto nell’arca della gloria della palla a spicchi USA dall’ex compagno ai tempi degli Spurs Tim Duncan. Ben 16 stagioni sui parquet d’oltreoceano, tutte con una sola maglia, quella nero-argento dei San Antonio Spurs. In bacheca 4 titoli NBA, 2 convocazione all’All-Star Game, 2 selezioni nei quintetti All-NBA e il premio di Sixth Man of The Year 2008. In bella mostra anche un oro olimpico con l’Argentina ad Atene 2004, uno Scudetto, un’Eurolega e 2 Coppe Italia vinte con la Virtus Bologna.

La storia di Manu Ginobili parte proprio dall’Italia, ma prima della consacrazione a Bologna, si parte un po’ più a Sud, a Reggio Calabria. Il primo contatto con il basket europeo arriva con la Viola, società che, a detta dello stesso Ginobili, ha rivestito un ruolo importantissimo nella sua carriera. A tal punto da ricevere un omaggio in diretta mondiale durante il discorso della Hall of Fame: “l’Italia è stata la prima fermata. Viola Reggio Calabria, con un allenatore che ha davvero creduto in me nei momenti difficili, veterani che mi hanno indicato la strada. Un fantastico primo passo nella pallacanestro europea. Poi il salto alla Virtus Bologna, dove sono stato allenato da Ettore Messina, che mi ha insegnato in sostanza ciò di cui avevo bisogno per raccogliere successi e vincere campionati. Abbiamo imparato e superato l’esame. Grazie coach. l’approdo in NBA, da sogno irraggiungibile, è diventato un obiettivo realistico dopo aver giocato per te e con lo splendido gruppo di ragazzi che ci ha permesso di conquistare quella Eurolega. L’esperienza italiana per me ha avuto un enorme valore. Lì sono diventato non solo il giocatore NBA ma anche l’uomo che sono oggi. Grazie a tutti“.

Ginobili si è concentrato poi sull’esperienza americana con i San Antonio Spurs, chiamata arrivata mentre vestiva ancora di neroarancio: “durante quegli anni, ero ancora a Reggio Calabria, stavo giocando con la nazionale. Ricevetti una telefonata che mi informò del fatto che ero stato scelto al Draft NBA con la numero 57 dai San Antonio Spurs. Pensai: ‘cosa?!’. Non potevo letteralmente crederci, ipotizzavo un fraintendimento dovuto alla lingua o chissà che cosa. Avevo zero aspettative, mai un colloquio con gli Spurs, il mio agente non mi aveva mai parlato di una possibile chiamata al Draft. Non avevo vestiti eleganti, cappellini, né indizi in merito, conferenze stampa. Non sapevo nemmeno in che parte del mondo fosse San Antonio, ma conoscete più o meno questo lato della storia.

Gli Spurs sono stati una grande famiglia, un enorme sostegno per me. Ho passato 16 anni, 16 anni, giocando per lo stesso allenatore, con, per la maggior parte, gli stessi compagni, rappresentando gli stessi colori e la stessa città, con così tante vittorie, sconfitte, tanti amici ed esperienze incredibili. Per questo, ho moltissime persone cui dire ‘grazie’. Alcuni ringraziamenti sono scontati: Pop, che posso dire? Sarò breve stavolta, ma sei stato così importante per me e la mia famiglia, dentro e fuori dal campo, che non sarò mai in grado di ringraziarti abbastanza. L’uomo accanto a me, (Tim Duncan), uno dei migliori nella storia del gioco, ma anche, cosa più importante, uno dei migliori compagni di squadra. Ho imparato da te ad essere un leader e un esempio in campo. Grazie, Tim.

TP (Tony Parker), le priorità sono sempre state chiare, non abbiamo mai permesso al nostro ego di prendere il sopravvento. Sapevamo quando era il tuo il mio o (il più delle volte) il suo momento. Un po’ per me, un po’ per te, il resto a lui, ma ce l’abbiamo fatta, è stato un piacere. Questi tre portano tante vittorie, All-Star, MVP, miglior allenatore ogni epoca o giù di lì. Per vincere però un campionato ed essere una vera squadra c’è bisogno di tanti piccoli tasselli al loro posto e noi ne avevamo tantissimi. Lo ripeto, tantissimi. Qui oggi c’è Bruce Bowen, hai semplificato il lavoro mio e di tutti loro, alla grande. Matt Bonner, non mi dimentico di te stavolta, compagno fantastico. Patty (Mills), Tiago (Splitter), Bobo (Diaw), avete reso tutto divertente, vi adoro […], grandi veterani nel mio ruolo. Fabri (Oberto), il mio compagno ideale, grazie fratello. Potrei nominarne a centinaia, vi ringrazio tutti, sinceramente. Ho amato condividere le squadre con voi, le cene, le vittorie, le sconfitte. È stato fantastico.

Quando parli dell’organizzazione Spurs non puoi citare solo giocatori, c’è molto di più: l’abilità di trovare personale di qualità che sposa la tua cultura […] assistenti, fisioterapisti, videocoordinator, magazzinieri, GM, RC (Buford) ovunque tu sia. Sappiate che siete tutti importanti come i primi tre che ho citato. Grazie per avermi scelto, accompagnato, trattenuto. Vi sono grato. La cosa folle della mia carriera è che in parallelo a tutto ciò che è successo in 16 stagioni Spurs c’è stato un altro capitolo altrettanto ravvivante, soddisfacente, eccitante: quello con la mia nazionale, in Argentina. Alcuni dei ragazzi sono qui, potrei parlare di voi singolarmente senza sosta, ma mi soffermo sul concetto di squadra che abbiamo sempre privilegiato nel nostro modo di fare le cose. I successi, come le delusioni, ci hanno compattato, le terribili trasferte, le cene la sera tardi e le colazioni la mattina presto, il jet lag: ne è valsa la pena. Vi adoro, ragazzi c’è amicizia, fratellanza, attendo nuove avventure con voi fuori dal campo.

Desidero ringraziare anche la NBA, David Stern prima e Adam Silver e la sua squadra ora, per l’incredibile palcoscenico che ci concedono per fare ciò che amiamo. La migliore lega al mondo. Tifosi, da ogni parte del mondo, ho sempre sentito il vostro affetto e la vostra sconfinata passione: grazie mille. Ora concedetemi di rivolgermi alla mia famiglia in spagnolo per un minuto. Potrei emozionarmi un po’ qui, ma state con me. A Seba e Lea, i miei fratelli, grazie per avermi indicato la strada ed essere stati un’ispirazione fin da piccolo, quando volevo diventare come voi. Papà, come mi sarebbe piaciuto averti qui oggi perchè potessi comprendere la portata di ciò che sta accadendo. Sei stato il mio primo e più fedele sostenitore. Mi manchi molto, vecchio mio. Mamma, so che stai guardando: ho avuto bisogno tre figli maschi per capire i sacrifici che hai fatto per noi a lungo con sforzi, dedizione, amore, libertà di scelta. Grazie. Many Luca, Dante e Nico, come avete sentito, sono successe tante cose nella mia carriera, ma se dovessi scegliere un momento in cui fermare il tempo per godermelo all’infinito, sarebbe ora, con voi, per quello che facciamo assieme, i viaggi, le notti, tutto. Vi amo. Credo di essere l’ultimo rimasto stasera quindi grazie a tutta la classe 2022, è stato un piacere. Grazie a tutti i presenti in sala, non vedo l’ora di lanciarmi in nuove avventure assieme“.

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