A due giorni dalle elezioni politiche Maria Elena Boschi parla ai microfoni di StrettoWeb: la visione del capolista del terzo polo in Calabria
Maria Elena Boschi, 41 anni, già Ministro per le riforme costituzionali (2014-2016) e poi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (2016-2018), è oggi Capogruppo di Italia Viva alla Camera dei Deputati e alle elezioni politiche del 25 settembre è candidata, nuovamente alla Camera, come Capolista del listino proporzionale del terzo polo (Azione – Italia Viva) proprio in Calabria. A due giorni dalle elezioni, Maria Elena Boschi parla oggi ai microfoni di StrettoWeb evidenziando la propria visione sui principali e più attuali temi della campagna elettorale.
La Calabria è la Regione più povera e marginale d’Italia: quali sono le sue idee di sviluppo per questa terra?
“Attraversando la Calabria ci si rende immediatamente conto che la priorità sono le infrastrutture se vogliamo portare sviluppo economico e lavoro. Dall’alta velocità, alla connessione dei porti, dal potenziamento della rete stradale all’investimento sugli aeroporti. E poi vogliamo che la Calabria diventi l’Hub dell’energia per il Mediterraneo, soprattutto delle rinnovabili. E il primo vero investimento è quello sull’educazione. Per questo proponiamo di investire in asili nido, ancora troppo pochi in Calabria, nel tempo pieno, nel sostegno al diritto allo studio. Ho incontrato gli universitari calabresi, ragazzi e ragazze, pieni di idee, di proposte, di ambizioni. A loro non dobbiamo addormentare i sogni chiedendo di rassegnarsi ma metterli in condizioni di restituire l’investimento fatto su di loro nella propria terra“.
Qualora dovesse essere eletta raccogliendo la fiducia dei Calabresi, cosa si impegna a realizzare per questo territorio?
“Noi del terzo polo siamo una squadra e continueremo ad esserlo dopo il 25 settembre. Dal bravissimo Ernesto Magorno ai tanti amministratori locali, giovani professioniste, insegnanti. Per me la priorità, se avessi l’opportunità di rappresentare questa terra di donne e uomini forti, sarebbe un impegno per la sanità. Tanti padri e madri mi hanno detto che sono giustamente stanchi di dover portare i loro figli o gli anziani di casa a curarsi a chilometri e chilometri di distanza in altre regioni, magari da bravissimi medici calabresi“.
Ritiene che il reddito di cittadinanza sia la soluzione ai problemi dei calabresi e dei meridionali?
“Il reddito di cittadinanza non sta funzionando: meno del 5% dei percettori ha trovato un lavoro stabile. Noi con il governo Renzi abbiamo introdotto la prima misura contro la povertà nel nostro Paese, il Rei, che dovrebbe rimanere una volta superato il reddito di cittadinanza. Ma chi ha la possibilità di lavorare, deve poter essere messo nelle condizioni di farlo e di farlo con uno stipendio adeguato. Trovo vergognoso che Conte esibisca persone che sono in difficoltà e percepiscono Reddito di cittadinanza come trofei da campagna elettorale. Dovrebbe vergognarsi di usare il Rdc, soldi pubblici, come il più grande investimento per prendere voti. Dobbiamo mettere le persone in condizioni di avere opportunità di lavoro, non condannarle a vivere di sussidi. A me ha colpito molto un ragazzo che ho incontrato qui in Calabria due giorni fa. È laureato in psicologia, ma fa il cameriere perché non si rassegna al reddito di cittadinanza. Ecco per me, quel ragazzo è un modello di impegno, caparbietà, dignità, ma è anche un monito. Dobbiamo fare in modo che quel ragazzo possa lavorare nell’ambito per il quale ha studiato. Ma allora è necessario che i soldi del Rdc siano messi per far costare meno il lavoro, occorre portare investimenti, cancellare la burocrazia“.
Qual è la sua opinione sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto?
“Non possiamo sprecare una grande occasione: è un’opera strategica per il futuro del Paese e per il rilancio del Mezzogiorno. L’Italia deve correre alla stessa velocità, da nord a sud, e la Calabria non può essere lasciata indietro“.
In caso di vittoria elettorale del Centrodestra, il “Terzo Polo” che lei rappresenta che collocazione avrà? Potreste provare, seppur in modo esterno al Governo, a collaborare per le riforme costituzionali tentando di realizzare con un’ampia maggioranza quanto avete già provato a costruire durante il governo Renzi, oppure dobbiamo immaginare un’opposizione di barricate come molti fecero con voi all’epoca?
“Il terzo polo nasce per offrire un’alternativa ai cittadini che non vogliono scegliere il male minore. Raccogliamo i delusi dal centrodestra, un’alleanza elettorale divisa su tutto, che fa promesse fantasmagoriche, che rischia di scassare i conti dello Stato e creare debito che ricadrà sulle spalle dei giovani. Siamo diventati riferimento anche dei delusi dal centrosinistra, che ammette di stare insieme solo per fini elettorali, da un Pd che ha perso la vocazione riformista, insegue la sinistra radicale e sembra una copia sbiadita dei cinque stelle. Siamo la vera novità che può impedire a Giorgia Meloni di avere i numeri per governare. Il 25 settembre se raggiungeremo il 10% sbarreremo la strada alla Meloni per palazzo Chigi. Se invece dovesse vincere il centro destra, faremo opposizione. Dura ma civile. Noi non faremo mai attacchi personali e incivili come il centro destra ha fatto con noi. Comunque andrà, però, una Riforma costituzionale non credo sia rinviabile. E va scritta insieme, maggioranza e opposizione, come abbiamo fatto nel 2015 fino a che Forza Italia si è sfilata perché non condivideva l’elezione di Mattarella Presidente della Repubblica. Ma il tempo è galantuomo: nel 2022 Forza Italia ha supplicato Mattarella di restare al Quirinale e sostiene che vada fatta una riforma costituzionale“.