Da Chinnici a Schifani, la parabola di Pietro Navarra verso il Centro/Destra

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Messina, cambio di casacca per Pietro Navarra: “lascio il Pd, alle regionali al fianco di Schifani e del Centro/Destra”. Ieri la nota ufficiale del deputato messinese

La non candidatura alle elezioni politiche nelle file del Partito Democratico, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Pietro Navarra, deputato in quota Dem, ha deciso di lasciare il partito di Letta per approdare nel Centro/Destra. Alcune “malelingue” attribuiscono a questo cambio di casacca la non riproposizione nel “listino bloccato” del proporzionale al Senato, con elezione certa, non prendendo in considerazione una corsa all’Uninominale. Fatto sta che prima Franco De Domenico, segretario cittadino dei democratici e candidato sindaco perdente e poi l’ex rettore hanno lasciato il Pd. Da sottolineare che i due sono molto legati ma non sono arrivate alle stesse conclusioni: De Domenico pare abbia lasciato la politica per tornare al mondo accademico, mentre Navarra, come scritto in precedenza, è passato dall’altra sponda.

“Appoggio Schifani”, scriveva ieri nel comunicato il deputato. Peccato che, fino a circa un mese e mezzo fa, come si evince dalla foto in basso, Navarra, con tutto lo stato maggiore dei Dem, accoglieva Caterina Chinnici, in piena campagna elettorale per le primarie che poi ha vinto rispetto a Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle (che ha abbandonato la coalizione progressista) e Claudio Fava, l’unico rimasto fedele ai Dem e che si presenta con una propria lista. Insomma, un volo pindarico importante da parte, del noto accademico, passato alla corte della coalizione composta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Non si è fatta attendere la risposta di una dirigente, Antonella Russo, candidata alle elezioni politiche nelle file del Partito Democratico: “ho letto oggi le dichiarazioni dell’on.le Navarra. Queste le frasi che più mi hanno colpita: “In questi anni ho visto un Partito Democratico racchiuso in sé stesso, concentrato in liti di potere vuote e distruttive. Una ricerca di potere spesso fine a sé stesso, che divide perché non è sostenuto dalla Politica…”. L’on. Navarra parla di liti di potere distruttive, ed ha ragione: la lotta per il potere, e non per i princìpi o per i diritti, ha sempre portato distruzione. Parla di “ricerca di potere fine a se stesso che divide”, ed ha ragione, perché la politica è servizio, è mettersi a disposizione della comunità, è l’esatto opposto della ricerca del potere“. “Questi sono momenti delicati – prosegue- ci attende un appuntamento elettorale che cambierà le sorti della nostra nazione a seconda dello schieramento politico che andrà al governo. I preoccupanti conflitti internazionali che si sono già tramutati in emergenze economiche e sociali, i rischi sanitari che ormai stiamo correndo da tempo, fanno sì che i mesi che andremo ad affrontare saranno davvero molto impegnativi. In questo quadro non si può non pensare principalmente alle famiglie già con cronici problemi quotidiani da superare, che avranno ancora più difficoltà ad onorare le spese mensili della semplice sopravvivenza, spese che da qui a brevissimo sono destinate ad aumentare a dismisura; così come a tutte le categorie di persone e di lavoratori svantaggiate. Ebbene, se la politica non dà risposte, se non dà speranza di cambiamento, a cosa serve? Serve solo come mero esercizio di potere, quello a cui si riferiva forse l’on. Navarra, quello che gli è evidentemente venuto a mancare; ed è proprio in questo caso che il cittadino si ribella all’esercizio del potere,  e come gesto di ribellione non va a votare. L’astensionismo di gran parte degli elettori non è una scelta superficiale, se pensiamo questo non abbiamo capito nulla; è un gesto disperato di chi ritiene che nessun rappresentante politico possa essere degno della sua fiducia. In un quadro così desolante, il politico che incrementa questo sentimento di desolazione è da considerarsi colpevole, e senza bisogno di processo”.

“Chi rassegna al cittadino inerme il concetto che in politica non esistono più valori in cui credere è colpevole; chi fa passare il concetto che il cosiddetto “salto della quaglia” sia una normale prassi è grandemente colpevole! La militanza dentro un partito ha contenuti valoriali, che non hanno nulla a che spartire con i posizionamenti di potere. Si difendono i propri principi con coerenza, non si barattano con le poltrone. Non ci sono uomini o donne buoni per tutte le occasioni; non ci sono primi della classe dentro un partito, soprattutto dentro un partito che si chiama democratico; c’è una comunità che fa di tutto per crescere, nella quale i momenti di protagonismo non sono appannaggio di nessuno, perché non sono frutto di un diritto acquisito, né si pretendono per dinastia o per volontà divina. Attenzione, poi, a confondere, in seno a questa pessima legge elettorale, chi si candida a rischio zero e chi si candida giocando una partita difficilissima, in alcuni casi quasi impossibile, ma la gioca perché fa parte della squadra, perché crede nella vittoria collettiva. Certamente avrà riflettuto molto l’on. Navarra, e avrà ritenuto che appoggiando improvvisamente Forza Italia ed il candidato presidente Schifani (di cui mi ricordo, oltre alle varie vicissitudini giudiziarie, il lodo che porta il suo nome), sarà approdato in un lido politico storicamente esente dalle lotte di potere che tanto, e giustamente, lo offendono e che in questi anni di militanza politica avrà combattuto in tutti i modi… Al mio partito, in cui ho sempre creduto e in cui ho sempre militato, nonostante i momenti difficili e anche gli errori commessi, auguro questa immediata prospettiva e mi batterò con tutte le mie forze perché si realizzi: non più accoglienza di singole persone con la dote di 5.000 voti, ma accoglienza di 5.000 persone con la dote del loro singolo, convinto voto”, conclude Russo.

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