“Putin ricatta l’Europa”, Di Battista sbotta: “conseguenza per chi ha pensato solo a sanzioni e invio di armi in Ucraina”

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“In tutto ciò (sempre leggendo i principali giornali italiani, quelli dove ogni voce in dissenso veniva bollata come “filo-russa”) scopriamo due cose. La prima è che nasce l’asse di solidarietà franco-tedesco (ma come Draghi non era diventato il nuovo “federatore” europeo?) e che l’Italia sta potenziando le proprie centrali a carbone”: scrive sui social il grillino Alessandro Di Battista criticando l’operato dell’Ue e del premier Draghi

“Putin ricatta l’Europa, il prezzo del gas sale stelle”. E’ l’espressione utilizzata questa mattina dal ministro Luigi Di Maio, è il taglio che i maggiori quotidiani nazionali hanno dato per l’edizione odierna. Non è però d’accordo con questa lettura della vicenda Alessandro Di Battista, che in un post social pubblicato questa mattina scrive: “mi fa schifo la guerra in Ucraina e reputo criminali tutte le guerre preventive (Iraq, Afghanistan, Libia, Ucraina) e mi fa schifo anche l’ipocrisia”.

“Ipocrisia” perché, come spiegato dall’attivista grillino, le mosse di Vladimir Putin sono soltanto una conseguenza dell’atteggiamento con cui l’Ue ha operato in questi mesi: “da sei mesi l’Europa è stata capace di fare solo due cose: inviare armi e inasprire le sanzioni alla Russia. Sempre più armi (per la felicità dell’industria bellica USA) e sempre più sanzioni (per la felicità delle imprese energetiche USA). Ad ogni carico di armi inviato si pensava a quello successivo. Ad ogni pacchetto di sanzioni approvato si pensava a quello successivo. Questo perché le armi (contrariamente a quel che ci hanno raccontato) non hanno posto fine alla guerra e le sanzioni (contrariamente a ciò che ci hanno raccontato) non hanno buttato giù l’economia russa”.

Inoltre le sanzioni dell’Ue, che avrebbero dovuto penalizzare la Russia, si sono invece riversate anche contro gli stessi Stati che ve ne fanno parte: “la Russia, lo ricordo, non è un Paese, è un continente, tra l’altro autosufficiente dal punto di vista energetico, idrico e alimentare. Le sanzioni lo colpiscono ma non lo abbattono. Salgono i prezzi di alcuni prodotti (che i russi evitano di comprare) e diminuiscono i prezzi di altri prodotti, che i russi (come gli italiani) non possono non acquistare. Un esempio? La benzina. Oggi a Mosca la benzina verde costa 52 rubli al litro (0,85 euro a litro. Meno della metà rispetto all’Italia). A giugno scorso, quando arrivai a Mosca, costava quasi 10 rubli in più a litro. Sempre oggi il ministro dell’economia russo ha dichiarato che quest’anno il pil scenderà del 3% contro il 13-15% di calo che illustri organizzazioni internazionali e istituti finanziari avevano pronosticato alcuni mesi fa”.

Ma il punto non è solo questo. Di Battista prosegue: “lo ripeto da mesi che ogni giorno in più di guerra significa dissanguamento. Per i civili ucraini e per quelli del Donbass in primis (i civili russofoni del Donbass uccisi anche dalle armi che inviamo a Kiev muiono come i civili ucraini uccisi dalle armi russe). Per l’Europa. Per l’Africa che patisce gli effetti della guerra economica. In Europa pare che nessuno lo capisca. Nessuno è stato in grado di avanzare una proposta di negoziato. Una proposta di compromesso capace di dare a Putin almeno la possibilità di “rivendersi” un successo diplomatico in casa in cambio di un cessate il fuoco. Nulla di nulla. Solo armi, sanzioni che si rivelano ogni volta inutili (altrimenti non verrebbero progettati nuovi pacchetti ogni mese), frasi ridicole tipo “pace o condizionatori e armi per risolvere con la guerra una controversia internazionale. Ovvero una chiara violazione della nostra Costituzione. Poi però giornali e politici si scandalizzano se Putin pretende (e ottiene) il pagamento del gas in rubli (l’hanno chiamata mesi fa una violazione contrattuale) o se taglia il gas (mentre costruisce immensi nuovi gasdotti che porteranno il gas siberiano in Cina attraverso la Repubblica di Buriazia e la Mongolia”.

“Ricatto”, definiscono in molti le contro-misure russe. “Che pensavano lorsignori che alle sanzioni i russi non avrebbero risposto con le contro-sanzioni? – sbotta ancora Di Battista – Che pensavano lorsignori che Putin non avrebbe tentato di sfruttare l’inverno (il “generale inverno” alleato di Kutuzov contro l’esercito napoleonico e di Žukov contro la Wehrmacht) a suo vantaggio? Davvero ucraini, russi, italiani, tedeschi, congolesi, sudanesi, etc possono permettersi un altro anno di guerra (militare, economica, energetica)? In tutto ciò (sempre leggendo i principali giornali italiani, quelli dove ogni voce in dissenso veniva bollata come “filo-russa”) scopriamo due cose. La prima è che nasce l’asse di solidarietà franco-tedesco (ma come Draghi non era diventato il nuovo “federatore” europeo?) e che l’Italia sta potenziando le proprie centrali a carbone. Nel 2022. In piena transizione energetica. Il carbone. Il carbone killer. Il carbone che uccide… Non vi sentite leggerissimamente raggirati?”.

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