Reggio Calabria: “demolizione Piazza De Nava a fine novembre”, le perplessità di Fondazione Mediterranea

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“Esprimiamo forte perplessità sulla correttezza della comunicazione attuata dalla Soprintendenza sulla nuova Piazza de Nava”: è quanto si legge nella nota degli attivisti reggini

La Fondazione Mediterranea “esprime forti perplessità sull’opportunità di nascondere i dettagli dell’intervento progettato dalla Soprintendenza su Piazza De Nava (“ancora topo secret i dettagli dell’intervento”: così sulla stampa), sulla tempistica annunciata (“le attività dureranno mesi”) e sull’uso del termine demolizione (“la Soprintendenza ha sempre smentito che si tratti di un intervento di demolizione complessivo dell’area”)”. E’ quanto si legge in una nota ufficiale firmata dal presidente dott. Vincenzo Vitale in merito ai lavori di demolizione e poi di rifacimento della storica Piazza De Nava di Reggio Calabria.

La prima perplessità è legata alla tempistica: “come risulta dal cronoprogramma dell’intervento, i lavori dureranno tre anni e non “mesi” come dichiarato. Peraltro, siamo in Italia e sappiamo già da ora come andranno le cose, ragionevolmente i tre anni diventeranno almeno cinque. Una tempistica, quella dichiarata, che è sideralmente lontana dalle ragionevoli previsioni e dagli atti progettuali”. La seconda, invece, riguarda il termine “demolizione”: “posto che questo termine è reperibile nella documentazione progettuale della Soprintendenza e che pertanto non può essere negato, ci si arrampica sugli specchi dicendo che la demolizione sarà solo parziale. Certamente il monumento non verrà demolito, ma questo non può giustificare l’affermazione che non vi sarà demolizione completa dal momento che, come da carte progettuali, dell’attuale piazza non resterà nulla. Questi sono fatti, nel progetto è prevista la totale e completa demolizione dell’esistente, di cui non resterà, nel sito attuale, assolutamente nulla”.

Il presidente di Fondazione Mediterranea tocca poi, a suo dire, un altro punto fondamentale: “passiamo al primo punto, a nostro avviso non meno importante degli altri: è un caso unico nella storia dell’Italia postunitaria che su una piazza storica di un centro cittadino vengano avviati lavori, nel nostro caso lavori demolitivi, senza che la cittadinanza sia messa al corrente dei dettagli progettuali. “Ancora sono top secret i dettagli dell’intervento”: questa affermazione suona come la più grande offesa che sia mai stata fatta da un’articolazione periferica dello Stato a una cittadinanza, trattata come se fosse non un pezzo della Nazione ma un suddito senza diritti e senza identità”.

“I progetti si possono sbagliare, ci può anche stare – prosegue il dott. Vitale – ; nell’elaborarli vi possono anche essere interessi che collidono con quelli collettivi, ci può stare anche questo: ma la democratica partecipazione popolare serve appunto a correggere errori progettuali o sbagliate interpretazione dell’interesse collettivo. I destini urbanistici del centro della città decisi in oscure stanza e da oscuri travet ministeriali: è questa la Reggio che vuole la sua cittadinanza? Il Fai, Legambiente e Italia Nostra, sebbene un po’ in ritardo, insieme alla quasi totalità delle associazioni cittadine, hanno espresso la loro perplessità sul progetto. Persino il TCI, unico a esprimersi possibilista sulla demolizione, ha dichiarato, per bocca del suo responsabile avv. Zuccarello, che: “vi è l’obbligo di relazionare alla cittadinanza su alcuni temi importanti dal punto di vista turistico”. Insomma – conclude la nota – non c’è una sola voce in città che sia d’accordo con l’atteggiamento che ha assunto la Soprintendenza, che comunque va avanti”.

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