Un forte rumore notturno disturba il sonno dei cittadini di via Sbarre Centrali: la colpa è delle lastre che coprono la buca presente all’incrocio con via San Giuseppe
È notte. Dopo una dura giornata uno sbadiglio segnala la voglia di andare a dormire. Luce spenta, testa sul cuscino, è il momento di chiudere gli occhi e abbandonarsi alla morbidezza del letto. Ma all’improvviso… un tonfo. Risveglio di soprassalto, occhi sgranati: “cos’è stato?!“. Nessuna risposta. Pura immaginazione? Forse. Aggiustamento tattico del cuscino, ricerca della posizione ottimale, occhi chiusi: tentativo di dormita, parte 2. Altro tonfo. “Eh no!“, questa volta è reale. Il cervello vuole indagare, il corpo ha poca voglia di seguirlo ma… “tudum”. No, non è la intro di Netflix, proviene dall’esterno.
Finestra aperta, testa fuori: in strada non c’è anima viva, il telefono segna un’ora più vicina a quella della sveglia che a quella in cui si è andati a dormire. Prima di chiudere, un’ultima occhiata a destra e a sinistra, c’è solo una macchina che arriva in lontananza. Il sonno è ormai andato, il cervello prende spunto dai maestri del thriller psicologico ipotizzando situazione che spaziano da Stephen King ad Alfred Hitchcock. La macchina passa e il rumore sovrasta i pensieri. “Eccolo!“, è lui, anzi lei. Insomma, è stata la macchina, o meglio, la macchina che passa sulle lastre di materiale metallico poste a copertura della buca all’incrocio fra via Sbarre Centrali e via San Giuseppe. Svelato l’arcano, è ora di dormire, anzi… di svegliarsi.
Le notti da incubo via Sbarre Centrali, non è il titolo di un film, ma la situazione che i cittadini della zona sopportano ormai da diverse settimane. La buca è presente dall’inizio dell’estate, segnalano i cittadini a StrettoWeb, mentre la copertura metallica da qualche settimana, in sostituzione di una rete di recinzione arancione che ostacolava il passaggio dei mezzi (spoiler: passano anche gli autobus da lì).
Il rumore, che di giorno è attutito (ma non coperto) dai normali suoni della via, molto trafficata, di notte rimbomba al passaggio di ogni macchina. Quando a passarci sopra sono monopattini, bici o motorini c’è anche il rischio che le ruote restino incagliate e si verifichino incidenti. Insomma, la classica “toppa che fa più danni del buco“, in questo caso, la classica lastra che fa più danni della buca. Una produzione originale targata Reggio Calabria.