Reggio Calabria, la lettera aperta di un cittadino: “statue di Rabarama in totale abbandono, le usano come giostrine” | FOTO

Statue di Rabarama a Reggio Calabria
StrettoWeb

Un cittadino indignato scrive una lettera al sindaco f.f. Paolo Brunetti: le statue di Rabarama versano in condizioni di totale abbandono e le persone le ‘cavalcano’ per scattare una foto ricordo

Le statue di Paola Epifani, in arte Rabarama, sono una delle più famose attrazioni turistiche della città di Reggio Calabria. Nonostante siano un’opera piuttosto recente (installate nel 2007, ndr), la loro grandezza e la loro originalità hanno catturato l’attenzione di reggini e turisti al pari di molti dei punti di interesse artistici del centro storico, al punto da diventare una meta fissa per un selfie durante una passeggiata sul Lungomare. Peccato che la manutenzione delle sculture, esposte all’azione degli agenti atmosferici e fin troppo ‘abusate’ dal contatto umano, lasci a desiderare e le statue versino in condizione di degrado.

Un cittadino indignato ha inviato alla redazione di StrettoWeb una lettera destinata al sindaco f.f. Paolo Brunetti, nella quale chiede un immediato intervento al fine di ripristinare il giusto decoro delle 3 opere:

Egregio Signor Sindaco FF:

Chi le scrive è un cittadino che ama la città e le sue opere. Ultimamente mi è capitato di vedere le statue di Paola Epifani, in arte Rabarama, in totale abbandono. Sono più di 14 anni che non sono oggetto di “cure” adeguate, le assicuro che l’artista non esiterebbe a venire per un sopralluogo. Scritte, disegni e, finanche, utilizzate come fossero delle giostrine: non ho mai visto i Bronzi di Riace cavalcati, la Gioconda o il David di Donatello.

È universalmente riconosciuto che le tre statue siano da annoverare tra le più belle sculture d’Italia. La prego, colga il mio – e di tutti i reggini – appello affinché possano essere oggetto di un restyling e, se possibile, di un’adeguata messa in sicurezza.

Fiducioso di un Suo tempestivo intervento,

mi pregio inviarle distinti saluti.

Giuseppe Daniele Canale”.

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