Rifiuti in Sicilia, il sindaco di Palermo: “si al termovalorizzatore, siamo in sintonia con Schifani”

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Il sindaco Lagalla si è detto chiaramente disposto “ad aprire ai privati la gestione della discarica di Bellolampo”. Le dichiarazioni hanno trovato la replica del M5S: “sconcertante”

Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, si dice d’accordo con la realizzazione di un termovalorizzatore nel capoluogo siciliano, in sintonia con il candidato governatore del centrodestra Renato Schifani. “Sì e ne abbiamo già parlato – dice Lagalla in una intervista a ‘la Repubblica-Palermo’ – . La mia intenzione è aprire ai privati la gestione della discarica (Bellolampo, ndr). In che modo? Facendo gestire loro gli impianti a partire dal Tmb”. Il termovalorizzatore è al centro della campagna elettorale dei partiti, sia a livello regionale in Sicilia che in ottica nazionale. Nell’Isola il governatore uscente Nello Musumeci aveva già iniziato il percorso per la realizzazione di due queste infrastrutture, utili per contrastare l’emergenza rifiuti. Il centrodestra si dice fermamente convinto di voler proseguire in questa direzione, a differenza del centrosinistra e del M5S che sono molto frenati.

“La maschera è caduta, rovinosamente, tanto sull’opzione termovalorizzatore per Palermo, a lungo malcelata e oggi svelata dal sindaco Roberto Lagalla, quanto sulla continuità della fallimentare politica sui rifiuti targata Musumeci, in caso di vittoria di Renato Schifani”, afferma a tal proposito Giampiero Trizzino, deputato del Movimento 5 stelle all’Ars, che definisce “sconcertanti” le dichiarazioni di apertura del neo sindaco di Palermo alla costruzione di un termovalorizzatore a Bellolampo. “Queste – aggiunge Trizzino – sono le conseguenze del lasciare Palermo e l’intera Regione Siciliana nelle mani della destra. Non esisterà più alcun freno ad azioni che si sarebbero in qualche modo potute contrastare. La politica ambientale sui rifiuti di Lagalla e Schifani è ormai tracciata: continuare nel solco degli inceneritori voluti da Musumeci. Addirittura ipotizzandone uno sopra la testa dei palermitani, come se non bastasse in una discarica (quella di Bellolampo) con ben sei vasche sature e percolato che scorre sotto le falde acquifere. La strada da percorrere – ribadisce il deputato – doveva e può ancora essere un’altra: dare priorità agli impianti di recupero dei materiali con un occhio di riguardo alla frazione umida che da sola rappresenta il 40% della raccolta differenziata, e ridurre al minimo la quantità di rifiuto indifferenziato; tracciare un programma di dismissione e bonifica delle discariche e dopo, solo dopo, lavorare alla costruzione di impianti compatibili con la tutela dell’ambiente, per quel che ne resta. Da domani, invece, continueremo ad avere discariche che producono tonnellate di percolato (perché gli inceneritori hanno bisogno delle discariche per il deposito delle ceneri) e inceneritori che manderanno letteralmente in fumo i buoni propositi sulla raccolta differenziata, alla faccia degli obblighi imposti dall’Unione europea. Tutto questo a caro prezzo per le tasche dei siciliani – conclude – , perché quello che non dicono i sostenitori degli inceneritori è che questi mega impianti non si pagano da soli”.

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