Il Pd da Villa San Giovanni: “l’Italia cresce se cresce il Sud”. E il segretario Irto rilancia la Carta di Taranto: “fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio”
Il Pd fa tappa a Villa San Giovanni per discutere di infrastrutture e agenda sociale quando ormai si è arrivati nella fase cruciale della campagna elettorale. All’incontro, moderato, da Filippo Bellantone e Enzo Musolino, hanno preso parte il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il segretario metropolitano del partito Antonio Morabito, il candidato alla Camera Mimmo Battaglia e il segretario regionale, nonché capolista al Senato, Nicola Irto. Il Pd ha sottolineato l’importanza di riuscire ad inserire tra le priorità del prossimo governo nazionale lo sviluppo del Meridione che ancora sconta un pesante gap di sviluppo nei confronti del resto del Paese. Una divisione profonda che rischia di essere ancora più grave nel caso in cui dovessero arrivare a palazzo Chigi Meloni e Salvini con il loro progetto di autonomia differenziata. Non a caso, proprio qualche giorno fa, il segretario nazionale del partito Enrico Letta ha sottoscritto il manifesto per il Sud, la Carta di Taranto, che contiene sette linee programmatiche per il suo sviluppo che riguardano: pubblica amministrazione; sanità, scuola e servizi di cittadinanza; transizione ecologia e gestione delle acqua; lavoro e imprese; zes; sicurezza e legalità; insularità.
“E’ fondamentale – ha sottolineato Nicola Irto – che venga mantenuto il 40% dei fondi del Pnrr già destinati al Sud. Con un governo di centrodestra questo impegno potrebbe venire meno con le conseguenze immaginabili per il nostro territorio. Il Pd ha la forza e un progetto politico in grado di fornire le risposte che la Calabria e le altre regioni meridionali si attendono in termini di attenzione e investimenti con un accento particolare da mettere sulle politiche occupazionali. La Carta di Taranto contiene il frutto dell’elaborazione politica che il partito ha svolto durante questi mesi e che cristallizza lo sforzo per provare a tenere unito il Paese in un momento assai difficile in cui i territori più periferici e le fasce più deboli della popolazione rischiano di soccombere”.