La storia di Giordano Bruno Guerri, liberale, radicale e studioso del fascismo con un breve passato in Calabria e ora in corsa per il Ministero della Cultura del Governo Meloni
E’ nato in Toscana, ha lavorato in Calabria e ora potrebbe entrare nella squadra di Governo. Questa, in estrema sintesi, la storia di Giordano Bruno Guerri, storico, giornalista e forse anche prossimo Ministro della Cultura del Governo Meloni. La storia di Guerri è particolare, fuori le righe, coraggiosa, senza fronzoli. Comincia dagli studi universitari, dopo l’insegnamento di stampo cattolico impartito dalla famiglia: Guerri sceglie la Facoltà di Lettere Moderne alla Cattolica di Milano perché vuole conoscere il “vero” fascismo, la vita durante il regime fascista, a detta sua raccontata troppo superficialmente dagli storici dell’epoca. E Guerri il fascismo lo studia, ma se ne guarda anche bene dal tenerlo lontano. Anzi, per l’appunto, si definisce un liberale e si avvicina al Partito Radicale, dichiarandosi europeista e a favore del libero pensiero. A tal proposito, nel 2006, è stato uno dei firmatari del manifesto dei Riformatori Liberali, uno scritto in cui si chiedeva all’allora coalizione di centro destra una maggiore apertura verso temi come eutanasia, droghe leggere, prostituzione, unioni omosessuali. Insomma, argomenti “di Sinistra”, che 16 anni fa erano sicuramente tabù e su cui adesso si inizia a discutere con più insistenza e sensibilità. E chissà che non possano essere un assist alla futura approvazione di leggi più liberali in merito, volte alla regolarizzazione. Da un Governo di destra, poi, con un Ministro antifascista che il fascismo lo ha solo studiato e che magari si ritroverebbe ad andare oltre ciò che quella Sinistra non è riuscita a mettere in pratica, al di là – appunto – del solito fascismo sempre e solo blaterato. “Sono favorevole all’eutanasia, ai matrimoni gay, all’accoglienza. E mi vergogno a essere identificato con una schiera di bacchettoni o polverosi reazionari”, diceva all’Agi qualche settimana fa.
Giordano Bruno Guerri e la toccata e fuga in Calabria: dalla prima notte bianca al Monumento al Cassonetto
Ma, come anticipato su, Guerri fu anche Assessore in Calabria. Sempre la delega alla Cultura, quella che avrebbe al Governo. Mario Caligiuri, Sindaco di Soveria Mannelli (Catanzaro), lo volle infatti fortemente nella sua Giunta, ma lui accettò ad una condizione, quella di definirsi “Assessore al Dissolvimento dell’Ovvio”. Qui fu promotore della prima notte bianca in Italia (18 agosto 1997) e dell’insolito Monumento al Cassonetto, ordinanza che vietava l’installazione di cassonetti dell’immondizia in zone cittadine di pregio artistico e architettonico. Un personaggio oltre le righe, dicevamo, mai banale. E banale fu anche la motivazione con cui, dopo un solo mese dal suo insediamento, si dimise da Assessore alla Cultura del Comune catanzarese. Motivazione? “Eccesso di cene ufficiali”.