Gas, accuse dalla Francia: “Usa speculano sul prezzo”

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Bruno Le Maire, Ministro dell’economia e delle finanze della Repubblica francese, all’Assemblea nazionale ha denunciato il prezzo del gas liquefatto (in gergo GNL) applicato dagli Usa quando lo esportano in Europa rispetto a quando lo vendono alle loro industrie nazionali

“Non dobbiamo lasciare che il conflitto in Ucraina finisca con un dominio economico degli Stati Uniti e un indebolimento dell’Europa. Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo gas liquido (Gnl) a quattro volte il prezzo al quale lo vende ai propri industriali”. E’ quanto ha affermato Bruno Le Maire, Ministro dell’economia e delle finanze della Repubblica francese. “Non possiamo accettare che il nostro partner americano venda il suo GNL a un prezzo quatto volte quello al quale vende agli industriali americani”, ha proseguito. Le Maire ha denunciato l’aumento del prezzo del gas liquefatto (in gergo GNL) applicato dagli Usa quando lo esportano in Europa rispetto a quando lo vendono alle loro industrie nazionali: il sito francese Bfm Business ha sottolineato come le esportazioni di Gnl da parte degli Stati Uniti verso l’Europa abbiano raggiunto i 27 milioni di tonnellate, più dei 21 milioni di tonnellate dell’intero 2021. Nello stesso periodo, tra l’altro, la quota esportata dagli Usa verso l’Europa è diventata il 70% del complessivo, in aumento di quasi il 40% rispetto allo scorso anno.

La Francia non intende certo rompere le linee guida europee, il sostengo all’Ucraina non è messo in discussione così come le sanzioni imposte alla Russia, ma il rappresentante del Governo francese sottolinea come sia necessario trovare dei rapporti economici più equilibrati tra gli alleati americani e l’Ue. Durante la riunione dei capi di stato e di governo della UE che si è tenuta a Praga la scorsa settimana, il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva già avanzato l’idea della creazione di un’alleanza tra i Paesi europei con Giappone e Corea del Sud in modo da evitare le speculazioni dei produttori di gas alternativi alla Russia e avviare discussioni con Stati Uniti, Canada e Norvegia allo scopo di ridurre i prezzi dei nuovi contratti.

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