Pil, previsioni in calo per l’Italia nel 2023: cosa rivela il Nadef

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Il documento contiene una revisione al ribasso delle stime di crescita dell’economia italiana per il 2023, ma non fornisce le indicazioni su provvedimenti futuri che spetteranno al nuovo Governo

Dopo sei trimestri di crescita superiore alle aspettative, che nel secondo trimestre del 2022 ha portato il PIL a superare il livello medio del 2019, le prospettive economiche dell’Italia adesso “appaiono meno favorevoli”. L’economia globale e l’economia europea sono in marcato rallentamento e andranno ad influenzare anche il nostro Paese: è quanto riporta la nota di aggiornamento al DEF (NADEF) del 2022, stata approvata dal Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2022. I segnali di possibile inversione del ciclo economico espansivo sono ascrivibili, secondo il documento, “alla crescita dei prezzi dell’energia, al repentino rialzo dei tassi di interesse in risposta alla salita dell’inflazione e alla situazione geopolitica”.

Nel corso del 2022, l’impennata registrata dai prezzi ha portato all’aumento del costo delle importazioni di energia del nostro Paese “in misura senza precedenti, portando in deficit la bilancia commerciale dopo quasi dieci anni di ininterrotti surplus”. Allo stesso tempo, “l’aumento dell’inflazione ha contribuito a un aumento del gettito fiscale largamente superiore alle stime; l’extra-gettito così generato è stato utilizzato dal Governo per mitigare l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia su famiglie e imprese”.

Le proiezioni forniscono dunque una desolante realtà per Giorgia Meloni, che nei prossimi giorni raccoglierà l’eredità lasciata dal Governo Draghi e sarà nominata primo ministro dopo aver guidato la coalizione di Centrodestra alla vittoria alle elezioni del 25 settembre. Le previsioni contenute nella NADEF, come quelle presenti nei precedenti documenti di programmazione, sono comunque basate su un approccio prudenziale e non tengono conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure. Le ultime previsioni di crescita del PIL per l’intero prossimo anno, però, sono state ridotte allo 0,6%, mentre soltanto lo scorso aprile le proiezioni facevano segnare un +2,4%. Il documento del Ministero dell’Economia e della Finanze ha quindi affermato che la contrazione del PIL nella seconda metà di quest’anno fornirebbe un riporto di appena lo 0,1% all’inizio del 2023. Insomma, fondamentale sarà dunque la prossima legge di Bilancio scritta dal prossimo governo, che inizierà lavorarci subito dopo il suo insediamento.

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