Reggio Calabria, le “colpe delle precedenti amministrazioni” anche nel processo Miramare. L’ironia di Tuccio: “assolveteli, sono ragazzi”

StrettoWeb

Reggio Calabria, a due settimane dalla sentenza d’appello del processo Miramare la politica torna a discutere per la controversa arringa difensiva dell’avvocato Laganà, difensore di Muraca: “questi ragazzi erano l’alternativa ai fatti più gravi dei decenni precedenti, sul Miramare soltanto banali errori e ingenuità”

A due settimane dalla sentenza d’appello nel processo Miramare, si infiamma il dibattito politico a Reggio Calabria. Ad accendere gli animi di una destra che ha ritrovato entusiasmo dopo la vittoria delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, è stata l’udienza di ieri pomeriggio con l’intervento dell’avvocato Sergio Laganà, difensore dell’ex assessore comunale Giovanni Muraca, oggi consigliere regionale per il Partito Democratico. Un articolo del Reggino riporta i passaggi cruciali della difesa del legale: “La storia delle persone ha un significato. Muraca non è la longa manus di nessuno – ha detto in aula l’avvocato Laganà – è solo un giovane uomo, eletto consigliere, nominato assessore, non esperto dei fatti burocratici. Era stato come volontario a Nassiria, in Libano, poi era transitato nella polizia. Un soggetto utilizzato dal sindaco ma per mettere ordine nella polizia municipale, nei ristoranti abusivi del lungomare. Difficile immaginare che con questo passato possa mettersi a disposizione di qualcuno per un disegno criminoso, come quello tracciato dalla procura. La vicenda del Miramare è assolutamente banale. Questi giovani amministratori dell’epoca erano un’alternativa a ciò che era avvenuto prima. Erano una classe dirigente che ha rappresentato l’alternativa. I giudici di primo grado hanno reso una sentenza errata e su questo convincimento si è espresso per la conferma il procuratore generale. Ognuno di noi si deve assumere una responsabilità in più su questo caso, ricordando che veniamo dalle infiltrazioni che hanno caratterizzato per un decennio il comune. Non confondiamo errori e ingenuità con fatti più gravi degli anni precedenti“.

Parole pesantissime che inevitabilmente hanno scosso la città, anche perché su quelle “infiltrazioni che hanno caratterizzato per un decennio il comune” non c’è alcuna prova, alcuna sentenza, alcuna condanna. Soltanto teoremi che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale del 2012, tra l’altro appena eletto un anno prima e di cui faceva parte anche un giovane Giuseppe Falcomatà, “come atto di scelta politica“, richiamando quanto poi ammesso dopo un paio d’anni da Matteo Renzi nella veste di Presidente del Consiglio. Quella dello scioglimento è una ferita aperta nella storia della città, al punto che l’ex Sindaco Demetrio Arena, stimato professionista mai neanche sfiorato da alcun tipo di accusa, pochi giorni fa in un’intervista a StrettoWeb confidava la propria più grande speranza nei confronti del nuovo esecutivo: “Il mio è un auspicio, ma spero che il nuovo Governo, di centrodestra, possa far luce su quanto accaduto a Reggio Calabria 10 anni fa”.

Le parole dell’avvocato Laganà, certamente molto più consone ad un’agone prettamente politico che a un’arringa giudiziaria, hanno anche risollevato l’alibi delle “precedenti amministrazioni” più volte utilizzato nella stagione di Falcomatà per giustificare le proprie difficoltà facendo ricadere la colpa sui predecessori. Una tesi che faceva fatica a stare in piedi già nel 2015, dopo due anni di commissariamento, figuriamoci adesso che le “precedenti amministrazioni” non ci sono da oltre dieci anni. In città ormai dilaga l’ironia: per l’Amministrazione Falcomatà sarebbe colpa delle “precedenti amministrazioni” anche se domani un meteorite si abbattesse sulla città. Ma nessuno pensava che persino nell’aula di un tribunale, un legale difensore di un esponente così importante della Giunta comunale potesse arrivare a chiedere l’assoluzione perché, in fondo, sono ragazzi migliori di quelli che c’erano prima.

Che c’entrano le precedenti amministrazioni con il processo Miramare, che nasce da atti completamente nuovi e voluti dalla stessa amministrazione di Falcomatà? Le precedenti amministrazioni hanno in realtà già pagato un prezzo carissimo con lo scioglimento del 2012 e in modo ancor più pesante con anni di carcere nel caso di Scopelliti, dimissionario da Presidente della Regione, scontando le proprie pene non soltanto personalmente ma anche sulla pelle delle scelte democratiche di reggini e calabresi che hanno visto ribaltare i risultati elettorali di Comune e Regione dopo l’intervento della magistratura. Adesso eventuali analoghi provvedimenti perché non dovrebbero essere adottati per chi è arrivato dopo, se ha commesso degli errori?

Nel passaggio in cui Laganà stesso riconosce “errori e ingenuità” dei componenti dell’Amministrazione Falcomatà sulla gestione del Miramare, tenta di sminuire fatti gravissimi banalizzando una vicenda che invece è molto seria, nel tentativo di ottenere l’impunità. Oggi sul tema è intervenuto con brillante ironia Luigi Tuccio, uno degli storici punti di riferimento della destra reggina, già Assessore Comunale negli anni del Modello Reggio nonchè pilastro di Alleanza Nazionale al fianco di Scopelliti per tutta la sua carriera politica. Tuccio, che è un apprezzato avvocato, dopo il risultato delle elezioni del 25 settembre ha pubblicato sul suo profilo facebook una fotografia con Giorgia Meloni sul Lungomare di Reggio Calabria, “eravamo ragazzi“, rivendicando l’orgoglio di una militanza comune alla storia del nuovo Presidente del Consiglio. “Assolveteli, ha ragione Falcomatà!” ha titolato la propria nota stampa l’avvocato Tuccio, in una sorta di lettera aperta ai giudici del processo Miramare.

Si, proprio così, Signori della Corte, assolvete i componenti della giunta Falcomatà, già condannati in primo grado per una vicenda che in fin dei conti prevede che “non era illecito che l’amministratore detenesse le chiavi e consentisse l’ingresso“ a chicchessia. Cosa volete che sia la consegna del gioiello della città, l’hotel Miramare ad un giovane imprenditore, in barba a qualsiasi bando pubblico di affidamento dello stesso. Per quello che leggiamo dalle colonne de “Il Reggino”, secondo l’avvocato Sergio Laganà gli imputati in fin dei conti “sono ragazzi”. I giovani amministratori dell’epoca erano “un’alternativa ciò che era avvenuto prima”… Chiarisca l’avvocato Laganá, collega e politico, ma soprattutto chiariscano gli odierni imputati cosa intendono con ciò che “era avvenuto prima”. Si apra pure, anzi si apra una volta per tutte!, il dibattito sul più grande scippo democratico che la storia cittadina abbia mai ricordato! e cha avuto quale unica conseguenza la regressione economica, politica ed istituzionale della città e come unici beneficiari gli odierni amministratori eletti grazie a quell’onda emotiva ed all’astensionismo maggioritario dei nauseati elettori! Si paragonino le attuali nefandezze, nascoste sotto il tappeto dell’indignazione a convenienza delle istituzioni politicizzate, con le ragioni della farlocca relazione prefettizia che ha condotto allo scioglimento e si spieghi alla città perché, ad oggi, la Prefettura continua a non dare segnali di controllo sul latistante palazzo di Piazza Italia!”

“Secondo il Laganà pensiero – prosegue Tuccio – in fin dei conti gli attuali condannati sono dei baldi giovani comunque migliori delle “colpe delle precedenti amministrazioni”, in salsa giudiziaria. E ció sul presupposto dell’impunità per gli appartamenti al centro sinistra… Ricordi Laganá e lo ricordi al suo assistito che il colpo di Stato, come definito da Matteo Renzi, non ha avuto alcun seguito giudiziario e nessuno degli amministratori, vittime dello scippo democratico avvenuto in città, è mai stato soggetto a contestazione giudiziaria di qualsivoglia natura! Effettivamente, “quello che era avvenuto prima”, occorso peraltro a ben quattro Colleghi del Laganá….. era cosa ben diversa dagli odierni amministratori, alcuni dei quali coinvolti in squallide vicende di brogli elettorali, altri per questioni di spazzatura politica, quale il processo Helios ed altri ancora per avere gestito il Miramare come la terrazza della propria casa per fare un festino! Ah no, quello era il Castello Aragonese! Assolveteli sono solo ragazzi….. cosa volete che sia – conclude Tucciouna sentenza giudiziaria, quando questa amministrazione ha già subito la peggiore condanna che ci possa essere: il disprezzo della gente! Assolveteli! aveva ragione Falcomatà: noi siamo diversi, siamo geneticamente diversi!

E siamo certi che le polemiche non finiranno qui: a Reggio il clima politico resta molto teso da più di un decennio e difficilmente potrà mai esserci una pacificazione senza ricucire le ferite aperte da quella stagione di divisioni profonde che hanno sconfinato dal campo politico a quello giudiziario. Intanto la sentenza dell’8 novembre è cruciale per il futuro della città: Falcomatà tornerà Sindaco ottenendo l’assoluzione o si allontanerà ulteriormente da Palazzo San Giorgio? In caso di nuova condanna, infatti, scatterebbe una nuova sospensione per altri 12 mesi. E a decidere il futuro politico e istituzionale della città sarà, ancora una volta, un giudice.

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