E’ quanto previsto in un Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale: la soddisfazione di Pazzano
Nella seduta di ieri del Consiglio comunale di Reggio Calabria è stato approvato un documento di indirizzo che impegna la giunta a seguire criteri di parità di genere nella Toponomastica e quindi per l’intitolazione di vie, piazze, giardini, edifici e luoghi pubblici cittadini in generale. L’azione diventa quindi un obbligo sancito nel regolamento. A dirsi soddisfatto è Saverio Pazzano, Consigliere di minoranza: “‘Mentre si muore di fame ci si preoccupa del voto alle donne’, titolava un quotidiano nazionale nel gennaio del 1945. C’è sempre un “mentre” più importante quando si tratta di riconoscere diritti, dignità, parità. Da ieri la parità di genere nella Toponomastica di Reggio Calabria è un obbligo sancito nel regolamento. Non è stato facile, non è stato agevole”.
“Ma siamo stati determinati e tenaci – ribadisce Pazzano – . Grazie alle associazioni UDI Reggio Calabria e Jineka e alle loro rappresentanti che si sono battute perché questo diritto fosse riconosciuto. Al momento di votare per l’approvazione definitiva della mozione ho ricordato Adele Cambria. Ostinata ed eretica, profondamente fedele a questa terra. Le devo tanto. Restituire le battaglie a chi le ha combattute, sempre. Su La Strada”.
La Strada: “parità di genere nella toponomastica cittadina, conquista dal grande valore culturale e simbolico”
“In una città che non riesce a garantire alle persone i diritti più elementari e i principali servizi, finalmente un piccolo, simbolico passo in avanti dal quale ripartire immediatamente: ieri il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una modifica al regolamento comunale sulla toponomastica che sancisce il criterio della parità di genere per le nuove intitolazioni di strade e piazze cittadine. Questa conquista dal grande valore culturale e simbolico è il coronamento di una battaglia portata avanti per due anni, in Consiglio e nelle commissioni, dal gruppo La Strada e dal consigliere Saverio Pazzano, che ha proposto la mozione e si è battuto perché fosse approvata e rimessa all’ordine del giorno ogniqualvolta veniva accantonata“, è quanto scrive in una nota il gruppo de “La Strada”. “È un cammino – prosegue la nota- che parte da lontano, dalla nostra campagna “100 donne per 100 strade”, avviata nell’estate del 2019. Una città le cui strade prendono il nome da uomini e donne illustri con la stessa proporzione è senz’altro specchio di una società più giusta sosteneva il movimento, mentre la commissione toponomastica procedeva ad una serie di nuove intitolazioni tra le quali i nomi femminili riguardavano solamente il 10% del totale. Il collettivo La Strada aveva allora proposto che le successive 100 intitolazioni venissero dedicate esclusivamente a donne illustri, come primo passo per colmare la marcata sproporzione di genere nella toponomastica cittadina. Da ieri, finalmente, grazie al supporto e al coinvolgimento delle tante donne che in città hanno sostenuto questa causa, all’impegno delle associazioni UDI e Jineka, alla tenacia del movimento La Strada e del consigliere Saverio Pazzano, la parità di genere si trova scritta nero su bianco nel regolamento cittadino sulla toponomastica. Dare nomi alle strade non è un esercizio retorico, ma ha un grande valore politico, culturale, sociale, civile. Come affermavamo nell’agosto 2019, «la toponomastica dice molto, moltissimo sulla storia di una città, sulla cultura dei suoi abitanti, sulle scelte politiche che l’hanno portata ad essere quello che oggi è. Dove vogliamo che vada, oggi, la nostra società? Ci interessa realmente l’obiettivo della parità tra i generi, dell’emancipazione femminile? Quale messaggio vogliamo trasmettere alle piccole reggine e ai piccoli reggini? Ieri la città ha finalmente dato una risposta che colma un divario inaccettabile e si inserisce nel solco del progresso civile e sociale”, conclude la nota.
Chiara Tommasello, del movimento La Strada, afferma: “le battaglie dal valore simbolico sono importanti, perché gettano le basi per un cambiamento culturale e di mentalità. Io sono cresciuta in una città nella quale il 97% delle strade sono intitolate a uomini illustri. Questo inconsciamente ha prodotto in me e in tutte le altre bambine l’idea che sono solo gli uomini a fare cose tanto importanti da venire ricordati e celebrati. Mi sembra invece molto bello, giusto e civile mostrare alle bambine di Reggio, da oggi in poi, che anche le donne che hanno fatto cose grandiose sono tantissime, e che anche loro, se vorranno, potranno fare cose grandiose nella loro vita. Viviamo immersi, e immerse, in una cultura che ci comunica in molti modi diversi, alcuni più espliciti altri più sottili, che è più giusto che sia l’uomo a rincorrere la propria affermazione sociale e che invece le donne debbano avere altri spazi (la cura, la famiglia) e nessuna ambizione. Questo produce a cascata diversi risultati, di varia entità. Appena un quarto delle nuove persone elette in parlamento sono donne. La triste lista dei femminicidi non accenna, anno dopo anno, a diminuire. Le nostre sorelle iraniane stanno combattendo una battaglia fondamentale e magari intitolare una strada a Mahsa Amini potrebbe essere un modo di abbracciarle virtualmente e manifestare loro il nostro appoggio”.