Tra le città più pericolose d’Italia per mafia e droga, oltre ad essere ultima in Italia per qualità della vita. Il Consigliere Comunale di Impegno e Identità suona la carica ai colleghi di maggioranza e opposizione: “ritengo sia giusto parlarle
Nel giorno in cui l’amministrazione Comunale si impegna a presentare i nuovi monopattini per un nuovo servizio di mobilità green, arriva una profonda riflessione della Prof.ssa Angela Marcianò. L’amara considerazione si basa sulle recenti notizie di stampa che mettono Reggio Calabria all’ultimo posto tra le città italiane per qualità della vita, ma anche tra i Comuni più pericolosi per mafia, droga e criminalità secondo quanto fornito dal Dipartimento per la funzione pubblica del Ministero dell’Interno al Sole 24 Ore. “Credo sia giusto, nella massima assise cittadina, interrogarsi sul senso di queste classifiche – scrive sui social l’ex candidato sindaco – . Proporrei di rifuggire il solito escamotage, che non voglio definire irresponsabile, ma certamente più “conveniente”, di evitare di parlarne. Quale insegnamento ne vogliamo trarre? Di solito, dopo le bocciature, si apre la fase del riscatto, dell’incoraggiamento, della preparazione e poi della rivincita. La rivincita di una città non può mai essere solo politica, ma, prima ancora, deve essere sociale, economica ed identitaria”.
Il leader del movimento Impegno e Identità lancia quindi la sfida al Consiglio Comunale, sottolineando che si tratti di una proposta a tutti i colleghi, senza distinzioni di colore politico. “Essere “maggioranza” – dice ancora Marcianò – non può vuol dire adagiarsi o difendere a tutti i costi un potere precostituito, cosi come fare opposizione non può significare “picchiare duro” o votare contro sempre e comunque. Difendere la Città è il primo impegno che deve muovere le azioni di tutti noi. E’ la cosa più difficile, ma anche l’unica per la quale ha un senso stare seduti su questi scranni. Per queste ragioni, non ritengo edificante l’atteggiamento di chi prima ha sostenuto che a Reggio non si può entrare in un bar perché c’è la ‘ndrangheta ovunque e poi si è candidato a rappresentarla. La città si può rappresentare se si vive e si conosce e si deve rappresentare nel bene e nel male. Non si fa un buon servizio alle Istituzioni neppure se a mesi alterni si infligge un divieto di dimora ad un consigliere comunale nel mentre che lo stesso ha ripreso alacremente la sua attività politica. E non voglio, ovviamente, discutere del merito, ma del metodo. Tocca a noi consiglieri, pertanto, per primi garantire stabilità ed equilibrio in seno all’Amministrazione comunale. Per questo vi esorto, nel rispetto delle diverse opinioni politiche e ideologiche, a prendere sempre e comunque il meglio da tutti, senza condannarci all’eterna e sterile contrapposizione tra opposte fazioni. La mancanza di rispetto indebolisce il ruolo del politico e lo svilisce davanti alla comunità, già fortemente sfiduciata. Confrontiamoci sul merito e sulle competenze e sull’idea di Città che abbiamo in mente”.
“Nessuno ha la ricetta dell’infallibilità, ma certamente chi ha ricevuto il consenso popolare ha un grande privilegio che lo legittima a ricoprire un ruolo, che deve caratterizzarsi per propositività e lealtà verso la cittadinanza e verso i colleghi, comunque espressione della stessa. Non mostriamoci deboli o inconcludenti o sempre in attesa che siano le altre “Istituzioni” ad intervenire al posto nostro. Siamo stati eletti per rappresentare la Città ed è semplice farlo quando le cose vanno bene – conclude quindi Angela Marcianò – . Auspico che ognuno di noi voglia farsi carico di difendere l’immagine di Reggio con ancora più vigore ed orgoglio, e non abbandonarla al suo destino, quando le cose si mettono male”.