Dall’UE ok a sanzioni contro la repressione delle proteste in Iran: Teheran risponderà a sua volta

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I Paesi UE hanno concordato un piano di sanzioni contro l’Iran a causa della repressione delle proteste per la morte di Mahsa Amini: Teheran ha già fatto sapere di essere pronta a rispondere

Domani, giovedì 13 ottobre, sarà passato esattamente un mese dall’arresto di Mahsa Amini, giovane ragazza iraniana fermata dalla ‘polizia morale’ per colpa di una ciocca di capelli che le fuoriusciva dal velo. Mahsa è morta, dopo 3 giorni di coma, inseguito alle violenze subite dopo l’arresto. L’episodio ha scatenato furiose proteste in Iran, manifestazioni di piazza al grido di maggiori diritti per le donne e maggiori libertà. Un dissenso che il governo ha deciso di reprimere duramente nel sangue. La protesta continua ancora oggi, ma secondo l’ONG Iran Human Rights sarebbe già costata la vita a 201 persone, 23 dei quali bambini.

Una situazione che ha spinto i Paesi dell’UE a concordare un piano di sanzioni nei confronti dell’Iran che sarà adottato lunedì prossimo. Tale decisione ha fatto seguito alle parole rilasciate nelle ultime ore da Ursula von der Leyen che ha dichiarato: “è arrivato il momento di sanzionare i responsabili della repressione delle donne iraniane. Le violenze scioccanti inflitte al popolo iraniano non possono rimanere senza risposta e dobbiamo lavorare insieme sulle sanzioni“.

L’Iran pronto a rispondere a eventuali sanzioni

Ricambieremo se verranno applicate misure restrittive da parte dell’Unione europea“, ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri dell’Iran Amirabdollahian aggiungendo che in Occidente esistono “due pesi e due misure” nel valutare le rivolte considerando “il confronto con le rivolte come una buona azione, mentre in Iran è considerata una repressione. Teheran non permetterà a nessuna parte dall’interno o dall’esterno dell’Iran di prendere di mira la sicurezza nazionale del Paese“.

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