Senato, Malpezzi: “quando parla d’Europa a volte temo che lei confonda l’autorevolezza con la subalternità”
“Credo che il suo sia stato un discorso necessariamente indefinito: lei presidente Meloni ha cambiato idea, altro che ‘sono sempre stata coerente’. Dietro la pomposa retorica sulla nuova Europa delle Patrie, dove ‘la pacchia è finita’ e in cui bisogna andare ‘a testa alta e senza subalternità’ c’è la piena consapevolezza della necessità che bisogna rispettare i vincoli di bilancio. Non mi pare un caso che abbia dovuto precisare che il suo governo onorerà i Trattati alla base della convivenza comunitaria. A noi sembra scontato”. Così nell’aula di Palazzo Madama la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi in dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Meloni.
“Quando parla d’Europa a volte temo che lei confonda l’autorevolezza con la subalternità. Sedersi ai tavoli e trattare non significa essere subalterni, ma significa prendere atto di essere in una comunità, quella europea, che richiede dei passaggi di mediazione e collaborazione, limando le proprie posizioni, fino ad arrivare a faticosi compromessi. E se non ci fosse stato questo modo di agire di uomini capaci di tessere come Paolo Gentiloni o David Sassoli, oggi non avremmo il Pnrr. E sono a costretta a ricordare che se fosse stato per voi non lo avremmo mai approvato. Perché può non piacerle che le venga sottolineato, ma lei si è astenuta”, rimarca.
“Ieri abbiamo sentito nell’aula della Camera parole pronunciate da esponenti della sua maggioranza in cui si tende a tenere separati atlantismo e europeismo, come se il primo da solo fosse sufficiente a dare credibilità internazionale al suo governo. Non è così. Noi dobbiamo essere forti nella UE, credibili nella UE, autorevoli nella UE. E lei lo sa bene visto che la sua fascinazione anti euro è terminata nel corso della scorsa legislatura e i toni sovranisti più duri definitivamente messi in soffitta terminata la campagna elettorale”, conclude.