Vincenzo Nibali scende dalla bici: il ritiro dello “Squalo”, da Messina all’Olimpo del ciclismo

Vincenzo Nibali ritiro Giro di Lombardia
StrettoWeb

Vincenzo Nibali si ritira al termine del Giro di Lombardia 2022: una carriera leggendaria, una strada lastricata di successi che da Messina porta dritta all’Olimpo del ciclismo

Era il pomeriggio dell’11 maggio, si era appena conclusa la tappa del Giro d’Italia con arrivo a Messina. Vincenzo Nibali sale sul palco visibilmente emozionato, è un fuoriprogramma. Ad assistere c’è praticamente tutta la città, fra il pubblico parenti e amici di vecchia data, compagni delle elementari e fan di ogni età. A Messina è una leggenda vivente, a Messina è iniziato tutto, a Messina l’annuncio di ciò che presto sarebbe finito. In lacrime, davanti alla sua gente, Nibali annuncia il ritiro al termine della stagione. Veloce flashforward: quarto posto al Giro, saluto al Tricolore, una Vuelta da gregario di lusso.

Oggi Il Giro di Lombardia, l’ultima tappa di una carriera leggendaria. La “Classica delle Foglie Morte” come palcoscenico conclusivo da dividere con un’altra leggenda, ‘Don’ Alejandro Valverde. I fan tributano a entrambi l’ovazione che meritano, ma com’è giusto che sia, il pubblico italiano abbraccia con maggior calore Vincenzo. Lo ‘Squalo dello Stretto’ divenuto eroe dell’Italia ciclistica intera. L’odore del sangue fiutato in salita, ogni pedalata un morso, in discesa assalti da predatore che sta in cima alla catena alimentare.

In bacheca vanta una Vuelta di Spagna (2010), due successi al Giro d’Italia (2013, 2016) e un Tour de France (2014). Fa parte della ristretta èlite di 7 ciclisti (oltre a Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome) ad aver completato il grande Slam. Si restringe ancor di più il campo (Merckx, Hinault e Gimondi) se ai Grandi Giri si aggiunge la vittoria di almeno due Classiche Monumento: Nibali può vantare due successi al Giro di Lombardia (2015 e 2017) e uno alla Milano-Sanremo (2018). Completano il palmares due titoli italiani nella prova in linea (2014 e 2015), due Tirreno-Adriatico (2012, 2013) e 7 podi nei Grandi Giri.

Unico rimpianto? L’oro olimpico di Rio, scivolato via in discesa. Alla soglia dei 38 anni si appresta a una nuova avventura da dirigente e ambassador. Oggi la festa conclusiva insieme ai grandi nomi delle due ruote: Pogacar, Vingegaard, Valverde Landa, Vlasov, Yates, Alaphilippe e gli italiani Ciccone, Pozzovivo e Caruso. Il successo è andato al fenomenale Tadej Pogacar, sempre più re del ciclismo mondiale. Ma oggi importa un po’ di meno. Oggi erano tutti lì per Vincenzo, una parata di stelle per dire addio a quella più luminosa di tutte: la stella dello Stretto.

Foto Ansa

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