Bronzi di Riace, Sgarbi: “non si possono paragonare a quelli ritrovati a San Casciano” | INTERVISTA

sgarbi al museo di reggio calabria
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Reggio Calabria, Vittorio Sgarbi ha partecipato questa mattina al convegno internazionale dal titolo “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche” presso il Museo

L’importanza dei Bronzi di Riace è imparagonabile rispetto ai reperti trovati a San Casciano Bagni“. Lo ha detto il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, parlando con i giornalisti a Reggio Calabria a margine di un convegno internazionale dal titolo “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche” e visitando i due “guerrieri” che durerà tre giorni e si è svolto questa mattina presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Quelle scoperte a San Casciano – ha aggiunto Sgarbi – sono sicuramente opere importanti, ma il loro valore e la loro qualità sono di gran lunga meno significativi rispetto ai Bronzi di Riace. Quella fatta in Toscana è certamente una scoperta importante, intanto per l’integrità dei reperti e poi per la loro quantità. Ma sono ritrovamenti incomparabili rispetto a quello avvenuto a Riace 50 anni fa. Così come incomparabile è il mondo greco rispetto a quello romano. I Bronzi di Riace sono tra le opere più alte espresse dalla civiltà antica, mentre quelli di San Casciano Bagni sono di produzione media, di qualità media e di interesse soprattutto culturale. Ciò che stabiliscono sul piano antropologico è un nesso culturale tra Etruschi e Romani“.

“In ogni caso – ha detto ancora il Sottosegretario alla Cultura – non faccio fatica a dire che non c’è alcuna possibilità di paragone tra le due scoperte”. Occorre capire cosa si intende fare dei due Bronzi, la loro persistente presenza a Reggio Calabria rende la Calabria una capitale. Una scuola di pensiero intende che debbano stare qui in eterno, senza mai muoversi, e su questo non voglio pronunciarmi, ma parlerò con Roberto Occhiuto affinché la loro importanza nel mondo corrisponda alla parola Mondo. Sono a Reggio Calabria, da 40 anni, da quando un grande Presidente della Repubblica, Sandro Pertini li fece diventare italiani e poi mondiali portandoli al Quirinale. Questo atto deve farci riflettere, se debba essere ripetuto”, conclude Sgarbi.

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