“È stato un incontro molto positivo, siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo scorso le nostre proposte: ci sono cose su cui noi assolutamente non siamo d’accordo”. E’ quanto ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, lasciando Palazzo Chigi assieme alla delegazione del Terzo Polo, dopo un incontro sulla manovra con il premier, Giorgia Meloni, durato circa un’ora e mezza. “Ma abbiamo discusso di un’estensione di impresa 4.0, un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta, nel dettaglio abbiamo parlato di un aumento degli stipendi dei sanitari, abbiamo detto che va ripristinata Italia sicura, abbiamo fatto un’analisi della situazione del Pnrr, e chiesto di riproporre il Reddito di cittadinanza come Rei. Su molte di queste cose abbiamo trovato un’apertura”, conclude Calenda.
Calenda su Governo e Pd
“Nessuna disponibilità da parte del Terzo Polo ad essere parte di questa coalizione di governo. Dal Pd, invece, discorsi molto infantili. Abbiamo offerto ai dem di vederla insieme questa contromanovra, io l’ho mandata a Enrico Letta dicendogli ‘vogliamo discuterne insieme e presentare una cosa insieme?“, rimarca il leader di Azione, Carlo Calenda, fuori da Palazzo Chigi “La risposta non c’è proprio stata. Perché? Non so, dovete chiedere a loro. Si lamentano che non hanno interlocuzione, ma quando l’interlocuzione è su cose concrete, non rispondono mai. E la ragione è che sulle cose concrete all’interno sono divisi in centomila rivoli. Hanno un modo di fare opposizione che non ci trova d’accordo. L’opposizione si fa in modo costruttivo, altrimenti la possono fare anche i bambini. Ad ogni provvedimento si scende in piazza dicendo che non si è d’accordo”, rimarca Calenda. “Io non vado in piazza senza spiegare cosa chiedo di diverso per il Paese. È una cosa che non ha nessuna costruttività. E noi siamo in una condizione, in Italia, per cui non si può continuare a fare questa roba, per carità legittima, di andare in piazza per qualsiasi cosa senza mai spiegare, e chiedere soldi su tutto. Lo fanno anche i sindacati. Così siamo buoni tutti“, conclude Calenda.