Governo: il Premier Meloni su Berlusconi, Salvini e Macron

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Il Premier Meloni: “Berlusconi? C’è stata qualche incomprensione, figlia del passaggio di testimone”

“Perché amo parlare di Nazione e non di Paese? Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell’anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione”. E’ quanto ha affermato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel libro di Bruno Vespa “La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni”. “Berlusconi? C’è stata qualche incomprensione, figlia del passaggio di testimone. Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse. Non so quanto sia stato ben consigliato all’inizio, ma devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia pronunciato al Senato il 26 ottobre è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo”. prosegue il neo Premier.

“Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso. Ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l’ho chiesto a lui. Franchezza reciproca senza polemiche. Un mediatore? Be’, il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto”, evidenza Giorgia Meloni. “Incontro con Macron? Gli ho illustrato la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy . Ho contestato l’atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d’intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto. Abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L’ho trovato assolutamente d’accordo su questa linea”, evidenza Meloni.

“Governo? Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un esecutivo anche se ho preso in considerazione l’ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili. Nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita”, conclude Meloni.

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