Guerra Russia-Ucraina, segnali di distensione? Il Papa: “pace possibile”. Ed Erdogan chiama Putin

Diversi personaggi si sono esposti nelle ultime ore: dal Papa a Macron passando per Erdogan. Tutte le dichiarazioni

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Sono sempre di più, e sempre più frequenti e insistenti, quei segnali di distensione sul fronte guerra Russia-Ucraina. Non si sa bene se dalle controparti possa trattarsi di propaganda e/o strategia, dal momento che in un conflitto tutto è possibile e ribaltabile in poco tempo, ma di certo non lo è da chi cerca di porsi in maniera più neutrale possibile. E diversi personaggi si sono esposti nelle ultime ore: dal Papa a Macron passando per Erdogan. In primis però è il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ad affermare, in un briefing con i giornalisti, che la guerra potrebbe finire prima che l’Ucraina liberi tutti i territori con mezzi militari. Secondo il consigliere presidenziale, se l’esercito russo perde una grande città, ad esempio Lugansk, che è stata occupata per otto anni ed è anche un simbolo per Mosca, ciò porterà a processi irreversibili tra l’élite politica della Federazione Russa e della società: “e in questo modo, la guerra può finire anche prima di liberare tutti i territori occupati con mezzi militari. Perché se sarà liberata una grande città, la Russia avrà perso la guerra”, ha detto Podolyak.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha menzionato la necessità di rilanciare negoziati tra Mosca e Kiev durante una telefonata con l’omologo russo Vladimir Putin in cui ha affermato che il prolungamento della guerra in Ucraina comporta molti rischi. Lo rende noto Anadolu. E al suo intervento fa seguito quello di Papa Francesco, che in un’intervista alla Stampa afferma che la pace in Ucraina “è possibile. Però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi”, e conferma la disponibilità del Vaticano a “fare tutto il possibile per mediare e porre fine al conflitto in Ucraina”. Il Pontefice sottolinea a questo proposito che la Segreteria di Stato del Vaticano “lavora e lavora bene e sta valutando qualsiasi ipotesi e dando valore a ogni spiraglio che possa portare verso un cessate il fuoco vero, e dei negoziati veri”. Nel frattempo, “siamo impegnati nel sostegno umanitario al popolo della martoriata Ucraina, che porto nel cuore insieme alle sue sofferenze – spiega – E poi cerchiamo di sviluppare una rete di rapporti che favorisca un avvicinamento tra le parti, per trovare delle soluzioni. Inoltre, la Santa Sede fa quello che deve per aiutare i prigionieri”.

Mossa “indiretta” è invece arrivata dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha lanciato intanto un appello ai Paesi dell’Asia Pacifica di unirsi al “consenso crescente” contro la guerra in Ucraina, sottolineando che questo conflitto è anche un “loro problema”. “La priorità numero uno della Francia, ha sottolineato al vertice Apec, è quella di contribuire alla pace in Ucraina e cercare di avere una dinamica mondiale per mettere pressione sulla Russia”. Bisogna “lavorare a stretto contatto con la Cina, l’India, tutte le regioni, il Medio Oriente, l’Africa, l’America Latina – ha concluso – per creare un consenso crescente dicendo ‘questa guerra è anche un vostro problema'”.

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