Niente arcobaleno ai Mondiali del Qatar 2022. No, il meteo non c’entra nulla. Fa discutere la decisione della FIFA riguardante la fascia LGBTQI+ che Inghilterra, Galles e altre nazionali europee avrebbero voluto indossare lanciando il messaggio “OneLove”, un amore unico indipendentemente dall’orientamento sessuale, chiaro segnale contrario alla repressioni imposte dal Qatar.
Da regolamento, articolo 13.8.1., i giocatori possono indossare solo abbigliamento ed equipaggiamenti ufficiali forniti dalla FIFA: altro materiale sarà punito con un cartellino giallo. Dunque, chiunque indosserà la fascia arcobaleno inizierà la gara con un cartellino giallo. Non proprio una situazione ideale per un calciatore.
Inghilterra, Galles, Germania, Belgio, Danimarca, Svizzera e Olanda hanno prodotto un comunicato nel quale si legge: “la Fifa è stata molto chiara sulle sanzioni che i nostri capitani avrebbero indossando la fascia One Love in campo. Come federazioni non possiamo mettere i nostri giocatori in questa posizione, così abbiamo chiesto ai capitani di rinunciare. Eravamo pronti a pagare delle multe… ma non possiamo comunque mettere i giocatori nelle condizioni di essere ammoniti o magari costretti a lasciare il campo. Siamo molto frustrati dalla decisione della Fifa, i nostri giocatori e allenatori sono delusi: sono forti sostenitori dell’inclusione e mostreranno supporto in altri modi“.
Ai giocatori sarà concesso di indossare la fascia con scritto “No Discrimination“, campagna contro ogni tipo di discriminazione promossa dalla FIFA. L’associazione dei tifosi, la Football Supporters Association (Fsa), ha criticato la Fifa per la minaccia delle ammonizioni: “per parafrasare il presidente Gianni Infantino, oggi i tifosi LGBT+ e i loro alleati si sentiranno molto arrabbiati, oggi ci sentiamo traditi. Oggi sentiamo disprezzo per un’organizzazione che ha mostrato i suoi veri valori dando i cartellino giallo ai calciatori e il cartellino rosso alla tolleranza. Mai più un Mondiale dovrà essere assegnato solo sulla base di denaro e infrastrutture, nessun Paese che non rispetta i diritti LGBT+ delle donne o dei lavoratori deve ricevere l’onore di ospitare la Coppa del Mondo“.