Penalizzazione, squalifica dei giocatori, retrocessione: cosa rischia ora la Juventus 

Le sanzioni previste dal Codice di giustizia sportiva in caso di variazioni nel bilancio: ecco cosa rischia la Juventus dal punto di vista sportivo

StrettoWeb

Mentre il mondo del calcio è concentrato sui Mondiali, con i massimi campionati nazionali in pausa per tutta la restante parte del 2022, un terremoto ha scosso la Serie A. Epicentro: Torino, parte bianconera. Nella serata di ieri Andrea Agnelli e il Consiglio di amministrazione della Juventus hanno rassegnato le proprie dimissioni a causa degli strascichi dell’inchiesta Prisma.

La domanda che i tifosi si fanno adesso è: cosa rischia la Juventus? Secondo quanto riporta “La Gazzetta dello Sport”, la Procura Federale ha chiesto gli atti relativi all’inchiesta Prisma, il procuratore capo Giuseppe Chinè dovrà analizzarli per determinare due aspetti: se ci siano gli estremi per una “procedura per revocazione” della sentenza che in Corte federale d’Appello aveva assolto 11 club e 59 dirigenti sotto accusa per il caso plusvalenze (juventini compresi); se si possa aprire un nuovo fascicolo sulla questione delle scritture private tra club e giocatori.

Agnelli, Paratici, Arrivabene, Nedved, Cherubini e il Cda bianconero dell’epoca (2019-2021) erano stati assolti perchè si era stabilita l’impossibilità di fissare il valore reale e univoco di un calciatore e dunque l’entità di una sua eventuale variazione. Se dagli atti della Procura di Torino emergessero intercettazioni o altri elementi che confermassero l’illecito, si potrebbe tornare davanti alla Corte federale.

Per quanto riguarda la famosa carta privata sottoscritta con Cristiano Ronaldo e gli stipendi sospesi durante il periodo Covid, ma poi ‘restituiti’ ai calciatori, potrebbe portare all’apertura di un fascicolo ex novo. Se il filone stipendi venisse riconosciuto come nuovo elemento della prima indagine, ed essa venisse eventualmente riaperta, si potrebbe portare avanti un’unica inchiesta contro la Juventus e la sua dirigenza in Corte federale.

Le sanzioni sulle violazioni in materia gestionale ed economica (dunque sull’illecito amministrativo), vengono regolate dall’articolo 31 del codice di giustizia sportiva. Gli scenari risultano molteplici. Secondo quanto riporta “La Gazzetta dello Sport” se “la falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero qualsiasi altra attività illecita o elusiva” (dalle plusvalenze agli stipendi) ha consentito l’iscrizione al campionato, al comma 2 si legge che le sanzioni vanno dalla “penalizzazione di uno o più punti in classifica” alla “retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza e dunque il passaggio alla categoria inferiore“, fino all’esclusione dal campionato con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore.

Se la variazione in bilancio non fosse stata determinate per ottenere l’iscrizione al campionato, il comma 1 specifica che le sanzioni riguarderebbero un’ammenda economica e l’inibizione dei dirigenti coinvolti, come richiesto dal procuratore Chinè in primo grado. Le penalizzazioni sportive potrebbero arrivare anche per la sola questione degli stipendi. Al comma 3 dell’art. 31 si legge, infatti, che: “la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica“. Su questo punto potrebbero essere coinvolti anche i giocatori che rischiano una “squalifica di durata non inferiore a un mese“.

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