Maxi processo Nebrodi: 91 condanne per 600 anni di carcere. Le reazioni
Il maxi processo dei Nebrodi celebrato davanti al tribunale di Patti, in provincia di Messina, si è concluso con 91 condanne per complessivi 600 anni di carcere e 10 assoluzioni. “Con la sentenza, che conclude la colossale inchiesta antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, non posso che congratularmi con tutti coloro che – a vario titolo – hanno contribuito all’esito odierno che ha inferto un duro colpo al lucroso business delle truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura”. Così il Presidente del Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza. “Da questo momento l’auspicio è che parlare di Nebrodi evidenzi le bellezze naturalistiche che hanno dato vita all’istituzione dell’omonimo Parco regionale, la laboriosità della popolazione residente, il desiderio di dar vita a progetti di sviluppo da parte dei giovani”, rimarca. “Il desiderio unanime è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta”, conclude.
Antoci in lacrime dopo la sentenza: “hanno tentato di fermarmi in ogni modo”
“Dopo la sentenza ho pianto – dice in una intervista all’Adnkronos di Elvira Terranova – durante la lettura del dipositivo, durata quasi un’ora, mi sono passati davanti agli occhi tutti questi ultimi anni. Io mi sentivo a bordo di una barca a vela durante una tempesta. E pensavo a volte che quell’albero della vela si spezzasse. Ma non è accaduto. Hanno tentato di fermarmi in tutti i modi. Invece, quel tronco di albero ha retto E non l’ho sorretto io, ma lo hanno sorretto la verità, la giustizia, il lavoro, la dignità, la squadra”. “Mi ha sorretto un paese che mi è stato vicino, a partire dal Presidente Sergio Mattarella a cui va i mio pensiero oggi. Ieri sera ho pensato a lui. A quella accoglienza riservata alle mie figlie, come un nonno. Ha dato a tutta la mia famiglia una forza enorme. Se oggi dovessi decidere a chi mi ha dato quella forza di andare avanti, penso a lui. Vorrei trasmettere alle mie figlie il senso del dovere di una persona che ha passato ciò che ha passato. E io gli sarò grato per tutta la vita”, rimarca Antoci.
“Considero la serata di ieri un tassello, una vicenda che andrà avanti. Penso all’applicazione della norma del protocollo che si sta dimostrando devastante per le associazioni mafiose. E’ un percorso che va portato avanti con il supporto agli agricoltori”, evidenza Antoci. E ricorda: “Tutto questo nasce per difendere gli agricoltori. Chi poteva pensare che ci fosse dietro la mafia? Penso al giudice che scrive in una sentenza ‘un territorio di anime morte’, è umiliante. Loro si sentivano soli, allora il senso è questo. Ancora non abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Non solo nei Nebrodi, ma in tutto il paese e in Europa. perché le truffe all’Ue sono in molte parti d’Europa. Parliamo di miliardi di euro. Oggi ci sono le forze dell’ordine e la magistratura. Che le mafie vengano finanziate da fondi pubblici è una offesa non a me ma a chi non c’è più“. “Non è immaginabile che mentre noi stiamo al bunker a commemorare i morti, in quegli stessi momenti i fondi pubblici finanziano quelle stesse famiglie che hanno ucciso gli eroi. Ecco, ieri è stato un momento di normalità”, sottolinea Antoci.
“Io non ho mai approfittato di ciò che mi è accaduto. Sarebbe stato umiliante farlo. Questa è una vicenda che non riguarda una parte politica ma il paese intero. Non permetterò mai che questa vicenda sia appannaggio politico di una parte politica. Chi ha fatto la sua parte va bene, ma a chi ha tentato di fare altro non devo pensarci io, ma gli elettori. E i risultati, mi pare che si siano visti. Penso che i cittadini comprendano le cose fatte, indipendentemente dal doverne approfittare piuttosto che fare il proprio dovere. La lotta alla mafia va fatta di passione non con la politica. Ieri abbiamo visto anche un approccio significativo sull’ergastolo ostativo e io ne sono felice“, conclude.