Reggio Calabria, altri due sindaci smentiscono di aver firmato il documento di “vicinanza” a Falcomatà divulgato ieri dalla Città Metropolitana, gestita dagli uomini di Falcomatà. Un episodio gravissimo che scuote una città già sgomenta per gli scandali che hanno travolto l’Amministrazione
Altro che “vicinanza”. E’ una pioggia di presa di distanza. Numerosi Sindaci della provincia di Reggio Calabria che ieri, secondo un comunicato stampa ufficiale inviato alla stampa dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria avrebbero espresso “vicinanza” al Sindaco Falcomatà dopo la seconda condanna rimediata nel processo Miramare, stamani stanno scrivendo alla stampa imbufaliti spiegando che in realtà non avevano mai espresso questa solidarietà al primo cittadino (sospeso) di Reggio Calabria e che il comunicato stampa inviato dall’Ente (guidato dalla stessa Amministrazione che fa capo a Falcomatà) è fuorviante. Il primo a dissociarsi è stato il vicesindaco di Ferruzzano, che stamani ha smentito la propria vicinanza a Falcomatà. Adesso arriva durissima la posizione dei Sindaci di Bagnara, Adone Pistolesi, e di Anoia, Alessandro Demarzo.
Il Sindaco di Anoia Demarzo chiarisce che “A seguito del comunicato diramato dagli uffici della Città Metropolitana a sostegno del Sindaco Giuseppe Falcomatà, in cui si riporta anche la mia firma insieme a quella di altri sindaci ed amministratori della provincia di Reggio Calabria, mi preme precisare che ho inteso solamente esprimere un giudizio negativo come sindaco alla legge Severino che ritengo assolutamente ingiusta e da revocare. Inoltre il mio pensiero è quello che va nella direzione esplicitata dal ministro Nordio sull’abuso d’ufficio. Mi rammarica essere stato frainteso ma non era mia intenzione prendere posizione politica e soprattutto polemizzare assolutamente su sentenze giudiziarie che comunque vanno accettate al di lá della colorazione partitica di chi li subisce… Il documento che mi era stato chiesto di sottoscrivere per quanto mi riguarda dev’essere considerato solo come un sostegno formale all’abolizione della legge Severino e non un supporto politico a Giuseppe Falcomatà”.
Il Sindaco di Bagnara Pistolesi è ancora più duro: “io non ho firmato nulla. Non “appartengo” ad alcun partito, segreteria politica e coalizione ma solo alla mia comunità bagnarese“.
In sostanza, la Città Metropolitana guidata dai Falcomatà boys avrebbe inviato alla stampa un comunicato in cui 65 sindaci della provincia esprimevano “vicinanza” a Falcomatà per la condanna subita dalla Corte d’Appello. 65 sindaci che però, almeno alcuni di loro, non avevano mai firmato un documento in cui si esprimeva vicinanza a Falcomatà. Una vicenda gravissima che potrebbe non limitarsi ad una smentita mediatica ma finire persino in tribunale: è possibile divulgare un documento di vicinanza politica firmato da amministratori pubblici che non avevano mai aderito a tale posizione di “solidarietà“? Ci chiediamo inoltre quale possa essere la “vicinanza” nei confronti di una figura istituzionale che ha rimediato una duplice condanna (in primo grado e in appello) dai Tribunali: da quando le sentenze non si rispettano? E’ possibile che altri amministratori, rappresentanti dello Stato sui territori, si permettano di andare contro le sentenze dei Tribunali? Il comunicato della Città Metropolitana era subito sembrato inverosimile, ed infatti le smentite stanno arrivando a pioggia. Per l’ennesimo, gravissimo, episodio che lascia sgomenta la città.