Scilla: rinvenuti i resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie?

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Scilla: sono veramente i resti dell’antica chiesa di santa maria delle grazie quelli trovati dopo un lavoro edile per conto dell’ente ferrovia dello stato?

Di Enrico Pescatore– Nel mese di Aprile una ditta edile in procinto di scavare una porzione di terreno a ridosso della stazione ferroviaria, e precisamente nella parte nord dell’area destinata ai parcheggi, ha rinvenuto e qui la sorpresa, a neanche un metro di profondità, alcune parti di uno storico edificio costruito tanti anni fa a Scilla, nel quartiere di Marina Grande. Si tratta della chiesa di Santa Maria delle Grazie? Veniamo ai fatti: L’Ente Ferrovia dello Stato aveva il proposito di installare un serbatoio sottoterra per la riserva di acqua, e per questo storico ritrovamento, ovviamente i lavori sono stati temporaneamente fermati ma ancora oggi non si conosce l’esito di questa controversa vicenda. Andando lontano nei tempi, la chiesa di Santa Maria delle Grazie fu edificata a pianta longitudinale a unica navata da Bruno Dieni agli inizi del 1700, con la facciata principale che si sviluppava a unico livello con un alto campanile. La chiesa era suddivisa in tre parti come si vede bene attraverso la stampa di don Antonio Minasi riprodotte per mano dell’artista Guglielmo Fortuyn tra il 1773 e il 1775. Al centro vi era un portone principale nella parte più ampia, mentre altre due porte laterali davano un accesso secondario. Inizialmente dentro la chiesa era presente un solo altare maggiore, dedicato a Santa Maria delle Grazie con la mensa di legno e con una icona che la raffigurava. In una relazione descritta del 1834, risulta che era mantenuta dai fedeli, si presentava in buono stato e aveva tre altari, uno più grande in marmo dedicato a Santa Maria delle Grazie, due minori in muratura alla Vergine dei Sette Dolori e, l’altro a Sant’Andrea Apostolo. La “Fontana delle grazie” era posta appunto davanti la chiesa, come si vede nel particolare della stampa di Bernardini Rulli, infatti, viene ritratta una giovane donna intenta a riempire una giara presso la fonte d’acqua, mentre in quella del Fortuyn, disegnatore ancor più preciso l’abbeveratoio viene dipinto nella sua forma originale.

La Fontana continuò a rifocillare i muli e i cavalli assetati fino al 1960, quando fu tolta per ampliare la strada di via delle Grazie in concomitanza con i lavori di costruzione del Lungomare “Cristoforo Colombo”. Dopo il sisma del 1783 la chiesa era stata risistemata, infatti dal bilancio economico degli edifici di culto di Scilla del 1847, risulta che necessitava solo della ristrutturazione del tetto, del campanile e dello stucco interno. Successivamente venne ristrutturata e i lavori furono finanziati dai fedeli. Dagli appunti redatti durante la visita pastorale nel 1868, si evince che anche i due altari minori furono realizzati in marmo e che la chiesa conteneva bellissimi quadri, tra cui uno dorato e una collezione di teche con molte reliquie di Santi che appartenevano alla famiglia dei Ruffo. Intorno al 1870 la chiesa venne demolita poiché si trovava “sfortunatamente” proprio lungo la sede progettuale del tratto tra Scilla e Villa San Giovanni della nuova Ferrovia dello Stato. La chiesa Santa Maria delle Grazie venne privata del campanile e del tetto e coperta dal muraglione in pietra che si innalza dal tratto in basso della strada statale 18. Sopra la chiesa fu costruita la stazione di Scilla che vide passare il primo treno nel 1885 tra le bandiere della festa di inaugurazione. Come si può verificare confrontando il Catastale Storico del 1880 e elaborato poi nel 1884 rivelando il nuovo stato di fatto seguito alla costruzione di quel tronco ferroviario, si deduce che le parti “scoperte” recentemente, molto probabilmente sono le volte in stile romanico che sorreggono il tetto della chiesa in questione, anche confrontando le foto della vecchia chiesa Matrice (distrutta dal terremoto del 1908), costruita nello stesso periodo di quella di Maria delle Grazie. La chicca finale è una strana coincidenza: si trovano i resti dell’antica chiesa Maria Santissima delle Grazie che era dotata di fontana al fine di mettere un serbatoio dell’acqua delle ferrovie dello Stato! Si parla solo di ipotesi, ma se non sono i resti dell’antica chiesa di cosa si tratta?

FONTI PRIMARIE: dal libro Scilla di Clara De Franco 1961 edito da Tipografia De Franco, dal libro “Metamorfosi di una città” di Maria Fiorillo edito da Gangemi 2012 e dal libro “Faraglioni e tempeste” di Enrico Pescatore del 2019 edito Graphic e Business. I particolari della stampa del 1775 “La veduta di Scilla e Cariddi nell’imboccatura del faro di Messina”di Antonio Minasi disegnato da Bernardino Rulli e della stampa del 1773 “L’aspetto meridionale della città di Scilla” di Antonio Minasi disegnati da Guglielmo Fortuyn sono stati scansionati dal libro “Scilla il mito che vive” di Adriana Verardi e Franz Riccobono, edito Edas del 2022.
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