Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le riflessioni del Prefetto di Messina

Messina, il 25 novembre non deve essere considerata una ricorrenza celebrativa ma un momento di riflessione

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Il 25 novembre non deve essere considerata una ricorrenza celebrativa ma, un momento di riflessione per sollecitare le coscienze su un problema che giorno per giorno torna sempre più di attualità: la violenza contro le donne.
I dati che riguardano i femminicidi sono impietosi infatti, 112 le vittime dall’inizio dell’anno, di queste cinquantacinque sono state uccise dal partener attuale, tredici da quello precedente, venticinque da un familiare e le rimanenti da altra persona che la vittima conosceva. Il Prefetto di Messina Cosima Di Stani ritiene che “dal 1999 ad oggi, sotto il profilo normativo, tante sono le novità; la legislazione si è arricchita grazie anche alla Convenzione (Istanbul maggio 2011) del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ma, quotidianamente o quasi quotidianamente, dichiara la dott.ssa Di Stasi, le violenze di genere che spesso si traducono in femminicidi, sono tantissimi. La violenza contro le donne prosegue il Prefetto, è una violenza dei diritti umani, la maggior parte delle donne che denunciano non lo fanno mai al primo schiaffo e questo è un aspetto da tenere in debita considerazione. La violenza contro le donne rappresenta anche un importante problema di sanità pubblica infatti sono diversi gli effetti negativi sulla salute fisica, mentale, sessuale etc.

“Un elemento fondamentale- rimarca la dott.ssa Di Stani – è rappresentato dalla prevenzione dei soggetti maltrattanti; i femminicidi e le violenze di genere non è un fenomeno solo italiano ma mondiale; il Prefetto ricorda che Stati più avanzati industrialmente e civilmente come la Gran Bretagna hanno portato avanti un progetto per i soggetti maltrattanti che ha dato molti risultati positivi. Ritiene che analoga esperienza debba applicarsi anche in Italia. L’ultimo report della Direzione Centrale Anticrimine della polizia di Stato parla di donne che continuano a subire violenze di tutti i tipi ma che cominciano a denunciare al primo campanello dall’allarme; questo comporta un lavoro di monitoraggio costante che consiste nel controllare l’ammonito contattando periodicamente la vittima“.

La dott.ssa Di Stani ha annunciato che “nelle prossime settimane verrà sottoscritto, anche a Messina, un protocollo Zeus che rappresenta un modello d’azione non solo efficace, ma anche innovativo: l’attenzione infatti viene riservata per la prima volta all’uomo. Proprio per continuare ad occuparsi di prevenzione, il Prefetto Di Stasi ha comunicato che la Polizia di Stato incontra periodicamente i ragazzi delle scuole perché più si sensibilizzano i giovani più accresce la cultura della prevenzione. Occorre far capire che occorre curare i rapporti di relazione che è il segreto del rapporto sano uomo donna. La dott.ssa a proposito del caso della diciottene Pakistana Saman uccisa “per salvaguardare l’onore” così come dichiarato dal padre, lascia molto perplessi e titubanti in quanto nessun tipo di religione prevede la morte come rimedio ad un possibile “disonore”.

Ancora il Prefetto di Messina parla di “un progetto avviato con l’Università di Messina che prevede la realizzazione di una piattaforma da mettere in rete e che contenga tutti i servizi a favore delle donne vittime di violenza”. Concludendo, il Prefetto Di Stani lancia un appello “per invitare le donne vittime di violenza a non isolarsi, a non fidarsi di chi manifesta un amore morboso, un amore malato che non d’essere scambiato per amore vero; parlare con le persone che riscuotono la loro fiducia, rivolgersi ai centri antiviolenza e, soprattutto, avere fiducia nelle istituzioni che sono sempre pronte a dare una mano d’aiuto a chi ha bisogno”.

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