La Prorettrice dell’Università di Messina Giovanna Spatari, delegata al welfare ed alle politiche di genere, riferisce che “l’Università degli Studi di Messina, anche quando i riflettori non erano così tanto accesi sul problema della violenza di genere, aveva avvertito ed accolto l’esigenza, proveniente dal territorio e da precedenti iniziative formative come il corso “donna, politica, istituzioni”, di avviare un percorso formativo sulla violenza di genere“.
“Era il 2014 – prosegue la Prorettrice – la grande partecipazione soprattutto degli studenti, ha fatto sì che l’Università decidesse di avviare un focus formativo strutturato, sul tema della violenza di genere, dodici seminari suddivisi su quattro aree di approfondimento: riconoscimento, conoscenza, prevenzione e contrasto“.
Per tenere in debita considerazione la violenza di genere, la professoressa Statari dichiara che “a livello istituzionale, è stato avviato un Tavolo tecnico coordinato dal Prefetto di Messina dott.ssa Cosima Di Stani, che funge da cabina di regia per tutta una serie di iniziative che sul territorio si portano avanti. Questo tavolo – prosegue la Prorettrice – è determinante proprio perché la presenza di una rete, la sinergia dei vari attori diventa indispensabile per valutare in maniera professionale e attuare programmi di prevenzione per il contrasto alla violenza di genere. Il tavolo lavora per dare fiducia alle donne, convincerle a denunciare anche se i fattori di resistenza sono diversi come la dipendenza economica e la tutela dei figli“.
La Statari sottolinea anche il ruolo fondamentale svolto del pronto soccorso che fa emergere quei fenomeni dubbi soprattutto quando una donna arriva con ematomi vari, i medici ed il personale sanitario del pronto soccorso evidenziano il fatto che quelle lesioni, quelle ecchimosi, non possono dipendere da una caduta dalle scale.
La professoressa Statari, nella sua veste di Presidente della Società Italiana di Medicina del Lavoro, si è soffermata su due tipi di violenza. La prima è quella che si manifesta nei luoghi di lavoro, violenza che nasce, si consuma, si determina nell’ambiente dove la donna svolge la sua attività, perpetrata dai colleghi e dai superiori. Una violenza subdola che non si manifesta mai con atti evidenti ed eclatanti.
Il secondo tipo di violenza è quella cresciuta in modo predominante negli ultimi anni, riguardante le donne vittime di violenza nelle guardie mediche, luoghi nei quali una professionista che esercita una professione sanitaria, a volte anche da sola, pur valutando una condizione di possibile pericolo ad opera di un utente, certamente non può esimersi dal proprio ruolo, perché incorrerebbe in reato di omissione d’ufficio.
“Nel campo della prevenzione la Società Italiana di Medicina del Lavoro – dice la Statari -, si è molto impegnata per agire affrontare questo tipo di problemi di settore, anche lì è stata creata una rete che lavora in sinergia, con i datori di lavoro. Nel suo interno sono presenti delle figure professionali specializzate che danno risposte ai diversi bisogni. Ci sono delle aziende virtuose come l’Università di Messina che hanno attivato un servizio, presenti il consulente di fiducia ed il medico competente e le azioni messe in campo, servono per identificare i fenomeni e per porvi rimedio.
Nel 2022 – prosegue la Statari – l’Università di Messina ha avviato un ciclo di seminari sul tema “la violenza di genere: riconoscimento e strumenti di contrasto”, rivolto a studenti e studentesse dell’ateneo messinese ed esteso a quanti, per la professione esercitata o per motivazioni personali, fossero interessati a frequentarlo. Il ciclo di seminari contro la violenza di genere ha trattato le seguenti tematiche:
Le parole della violenza
La violenza nelle relazioni intime
La violenza nei luoghi di lavoro
Il contrasto alla violenza: il ruolo delle istituzioni, pratiche di contrasto alla violenza.
La Prorettrice parla inoltre di un’iniziativa per ricordare la professoressa Cocchiara che negli anni 2000, quando non era facile parlare di violenza di genere, ha anticipato i tempi tracciando un’autostrada che l’Ateneo sta soltanto percorrendo. I premi di laurea dedicati alla sua memoria non sono denaro, ma un percorso formativo di approfondimento che l’Università offre agli studenti, un’opportunità di proseguire gli studi. A parteciparvi, gli studenti che prepareranno la tesi su “Studi di Genere, Cultura di Genere o Pari Opportunità, Violenza e Discriminazioni di Genere”.
Infine la professoressa Statari afferma che “alcune aziende hanno avviato canali preferenziali per l’assunzione di donne vittime di violenza in modo che possono riprendere una socialità ed una indipendenza economica. Ancora, l’Università di Messina ha in cantiere dei progetti di rapidissima realizzazione, ha già individuato delle stanze nei diversi dipartimenti, per aiutare le donne a trovare un luogo a loro riservato, dove appoggiarsi per l’allattamento o perla sostituzione di pannolini etc, Occorre sfatare il concetto – dice la Prorettrice – che l’Italia è fanalino di coda nella natalità perché non riesce ad offrire dei servizi efficaci a supporto delle donne e, la soluzione non sono certamente solo gli asilo nido. Proprio per questo motivo l’Università di Messina per garantire alle donne, alle ricercatrici che decidono di avere una gravidanza, ha istituito una borsa di studio affinché, un’altra persona possa proseguire quella ricerca e, una volta che la ricercatrice rientra dall’astensione, una parte del lavoro è stato proseguito. Iniziative virtuose a supporto dell’universo femminile“.