Prima il calcio, poi i diritti. Amnesty International attacca Infantino: “gol al prezzo di 6500 morti”

Mondiali, calcio e diritti: Amnesty International attacca Gianni Infantino dopo la conferenza stampa della vigilia delle finali

StrettoWeb

La migliore edizione di sempre dei Mondiali“. Gianni Infantino, in conferenza stampa alla vigilia delle finali della Coppa del Mondo, descrive così il Mondiale del Qatar che si concluderà nel weekend. “Questo Mondiale – ha sottolineato il presidente della Fifa – ha mostrato una forza di coesione enorme: la Fifa ringrazia tutti coloro che sono stati coinvolti: il Qatar, i volontari, hanno resto questa edizione la migliore di sempre“.

Quella di Infantino era una sola missione, e ritiene di averla raggiunta: “il calcio è diventato veramente globale – ha aggiunto – come dimostra la prima squadra africana in semifinale. Abbiamo avuto la prima donna arbitro. Oltre tre milioni di spettatori allo stadio, 5 miliardi davanti alla tv. L’atmosfera è stata gioiosa. Un successo incredibile“.

Tante anche le polemiche: dalle discriminazioni delle comunità LGBTQI+, ai divieti imposti ai tifosi, passando per le fasce arcobaleno e OneLove, al ban della birra. “Ognuno è libero di esprimere le proprie convinzioni, in modo rispettoso, ma quando si tratta del campo di gioco bisogna proteggere il calcio. Non dobbiamo discriminare nessuno. Ci sono – ha aggiunto Infantino – molte culture diverse e come Fifa dobbiamo rispettarle tutte. Tra una gara e l’altra ognuno può esprimere la propria opinione, ma qui al Mondiale vengono i tifosi, non i Capi di Stato, e loro vogliono godersi il calcio: per 90′ minuti regaliamoci questo momento di gioia“.

Quanto alla polemica sulle morti che hanno accompagnato il Mondiale, Infantino ha tagliato corto: “ogni morto è un morto di troppo, ma noi abbiamo fatto tutto quel che potevamo per prevenire“.

La risposta di Amnesty International

Penso che sempre più gente non sia disposta a godersi le partite e ad esultare per i gol quando il prezzo è 6.500 lavoratori migranti morti. E’ inutile che Infantino sminuisca dicendo che viene prima il divertimento e poi la vita, prima i gol e poi i diritti, perché a questa cosa non ci crede ormai più nessuno. Ha perso un’altra occasione per fare bella figura. Continueremo ad incalzarlo per chiedere di risarcire i lavoratori che hanno subito danni e le famiglie di quelli morti: sono tanti, tantissimi!“. A dirlo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, a seguito delle dichiarazioni del presidente della Fifa, Gianni Infantino.

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