I lavoratori desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa: smart working, il passaggio a una settimana lavorativa di quattro giorni, organizzazione personalizzata delle ore e del luogo di lavoro.
Sono solo alcune delle tendenze che emergono da “People at Work 2022: A Global Workforce View” l’annuale survey redatta dall’ADP Research Institute. ADP è un multinazionale americana leader nell’human capital management e presente in Italia tramite ADP Italia. L’indagine si è svolta su circa 33.000 lavoratori in 17 paesi, di cui circa 2000 in Italia.
Il 55% dei lavoratori calabresi sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana.
“La settimana lavorativa di 4 giorni è tra gli argomenti di discussione più interessanti del momento: il dibattito è attivo a livello mondiale, dove sono diversi i Paesi che si stanno muovendo per introdurla, ma anche in Italia ci sono varie proposte che stanno nascendo, spinte dall’iniziativa del settore privato”, ha affermato Marcela Uribe, General Manager ADP per il Sud Europa. “L’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa è una delle questioni che più sta influenzando il mondo del lavoro in questi anni: la pandemia ha fatto sorgere tra i lavoratori nuove esigenze, che le imprese devono prendere in considerazione e integrare nella propria strategia di reclutamento e gestione dei dipendenti, se non vogliono essere penalizzate in termini di attrattività verso i nuovi talenti e risorse”.
Il 45% dei pugliesi accetterebbe infatti una riduzione della retribuzione se ciò significasse migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, anche senza nessuna modifica delle ore lavorative.
Da sottolineare come oltre la metà dei dipendenti intervistati (62%) afferma di aver preso in considerazione di cambiare lavoro negli ultimi 12 mesi. Di questi, uno su quattro (27%) ha pensato di cambiare settore, il 20% di richiedere un anno sabbatico. Il 17% ha pensato di aprire un’azienda, di prendersi una pausa temporanea dal lavoro (20%) o di lavorare part-time (15%), mentre più di uno su dieci ha considerato l’ipotesi del pensionamento anticipato (15%).
“I lavoratori riflettono molto più di prima su ciò che desiderano dal lavoro e dalla vita”, continua Uribe. “Le aziende farebbero bene a non ignorarli. Ovviamente non sarà possibile accettare tutte le richieste o soddisfare tutti i lavoratori, ma capire i punti di vista globali della forza lavoro consentirà loro di attrarre e fidelizzare i talenti ed elaborare piani per il futuro. I reparti delle risorse umane svolgono l’importante ruolo di mediare tra le parti, aiutando ad allineare necessità e aspirazioni. Data la posta in gioco, non sarà certo un compito facile, ma chi riuscirà a portarlo a termine riceverà in cambio una forza lavoro più stabile, impegnata e produttiva”.