Nel 1957 Rascel acquisisce notorietà internazionale con la sua canzone Arrivederci Roma, che spinge un produttore cinematografico di Hollywood a proporgli di girare un film al fianco del tenore Mario Lanza. Nasce così “The Seven Hills of Rome”, girato in esterni a Roma e in interni negli stabilimenti della Titanus, dove Rascel non sfigura al fianco del grande tenore americano e di Marisa Allasio. Il film verrà distribuito in Italia con il titolo “Arrivederci Roma”.Nello stesso anno Rascel viene contattato da Tino Rossi, che gli chiede l’autorizzazione a incidere la versione francese della sua famosa canzone.
Si è svolta venerdì 9 dicembre la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Nel ricordo di Renato Rascel”. L’argomento è stato analizzato da Antonino Megali (vice presidente del sodalizio culturale organizzatore) che nel corso del suo intervento, ha analizzato le varie tappe del poliedrico artista.
Renato nacque a Torino il 27 aprile 1912 durante una tappa della tournée della compagnia d’arte in cui lavorano suo padre Cesare Ranucci, cantante di operetta, e sua madre Paola Massa, ballerina classica. Riceve il battesimo nella basilica di San Pietro in Vaticano secondo il desiderio del padre, romano da ben sette generazioni, e alla Città eterna la sua vita resterà sempre legata. Affidato dai genitori a una zia a causa del loro lavoro che li costringeva a continui spostamenti, Renato cresce a Roma, nell’antico rione di Borgo, insieme alla sorella Giuseppina (scomparsa a soli diciassette anni).
Frequenta la Scuola Pontificia Pio IX, gestita dai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, i quali, oltre a impartire l’insegnamento scolastico, organizzavano corsi di canto, musica e recitazione. Già durante la partecipazione a queste attività Renato mostra i segni del suo precoce talento, al punto di essere ammesso a far parte, all’età di dieci anni, del Coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina, allora diretto dal Maestro don Lorenzo Perosi. Sempre in questo periodo si esibisce per la prima volta in pubblico, come batterista di un complesso jazz di dilettanti scritturato dal Circolo della Stampa. Poco tempo dopo esordisce in teatro a fianco del padre, divenuto direttore della filodrammatica “Fortitudo”, nel dramma popolare Più che monelli, dove interpreta la parte di un ragazzino che muore a causa di un sasso tiratogli da un compagno di giochi.
Consapevole del fatto che la carriera artistica non è tra le più facili e remunerative, il padre cerca di avviare Renato a lavori più sicuri e redditizi. Per qualche tempo il ragazzo lavora come apprendista calderaio, muratore e garzone di barbiere, ma il richiamo dell’arte è troppo forte per lui. Renato ha solo tredici anni quando viene scritturato in pianta stabile come musicista dal proprietario del locale “La Bomboniera”; in seguito suonerà alla “Sala Bruscolotti”, noto ritrovo della Capitale. Il personaggio di Renato Rascel, oltre al successo nel teatro di rivista, aveva attirato l’attenzione di scrittori come Cesare Zavattini e Vittorio Metz, che scrive per lui il soggetto e la sceneggiatura del suo primo film. Nel 1942 hanno quindi inizio le riprese del film che doveva intitolarsi Un manoscritto in bottiglia, ma durante la lavorazione Rascel conosce l’attrice Tina De Mola, della quale s’innamora, e scrive per lei la canzone Pazzo d’amore, che diventerà la colonna sonora e il titolo del film, diretto da Giacomo Gentilomo. Dopo la fine della guerra, Rascel torna al teatro di rivista con la nuova macchietta del “piccolo corazziere”, altro personaggio incentrato sul contrasto tra la sua bassa statura e l’elmo e lo sciabolone d’ordinanza.
Prende parte alle riviste Viva fra’ Diavolo di Dino Falconi (1945-46), Cominciò con Caino e Abele di Michele Galdieri (1946-47), Soffia so’ ai Bagno di mare di Mattoli, Garinei e Giovannini (1947), Il cielo è tornato sereno di Polacci (1947-48), Aria di Roma di Amendola e Mac (1948), Ma non è successo niente di Polacci (1948-49), Sogno di una notte di questa estate di Garinei e Giovannini (1949-50), Perepèperepè di Veltroni, Ferretti, Leoni, Fiorentini (1950-51), E invece… pure di Veltroni, Ferretti, Leoni, Fiorentini (1951-52). Nella sua lunghissima carriera ha spaziato dall’avanspettacolo alla rivista, dalla commedia musicale, all’intrattenimento televisivo e radiofonico. Nel 1957 arriva la fama internazionale grazie alla canzone “Arrivederci Roma”, che un produttore di Hollywood utilizza nel film “The Seven Hills of Rom” che in Italia verrà distribuito con il nome per l’appunto di “Arrivederci Roma”. Nel 1958 interpreta il film “Policarpo ufficiale di scrittura” per la regia di Mario Soldati, questa interpretazione gli vale il David di Donatello. Nel 1960 compone le musiche per la canzone “Romantica” scritta da Dino Verde con cui vincerà al Festival di Sanremo dello stesso anno in coppia di Tony Dallara. Nell’autunno del 1970 prepara la commedia musicale “Alleluja brava gente”di Garinei e Giovannini, qui viene scritturato quale co-protagonista l’ancor giovane Gigi Proietti, con il quale Rascel raggiunge un’intesa perfetta nonostante la differenza d’età e di stile tra i due attori. Con questa commedia musicale Rascel si congeda dal pubblico del Sistina.
Nel 1973 dall’unione con l’attrice Giuditta Saltarini nasce il suo unico figlio Cesare. Del 1986 è l’ultima apparizione in teatro a fianco all’amico Walter Chiari nello spettacolo “Finale di Partita” di Beckett. La sua ultima apparizione pubblica è legata ai Mondiali di Calcio del 1990, dove canta i suoi cavalli di battaglia tra cui “Arrivederci Roma”. Ha partecipato in qualità di relatore Antonino Megali (vice presidente del sodalizio culturale organizzatore). Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 9 dicembre.